Polemica dura di P. Cor.
Polemica dura Polemica dura Senz'acqua né servizi igienici «E il Comune non ci aiuta» MILANO. Dopo il fuoco, l'ennesima emergenza e le polemiche. I dodici feriti sono stati sistemati nelle tre comunità alloggio appena aperte dal Comune e già al completo. E gli altri trecento? Dormiranno nella parrocchia San Martino, poco distante dalla palazzina dove da ieri pomeriggio gli immigrati si erano riuniti in assemblea. Hanno parlato per ore, si sono sentiti interventi in arabo, inglese, francese, italiano e wolof, dialetto senegalese. «Non ci lasceremo dividere, tutti insieme abbiamo più forza. Dobbiamo resistere uniti». All'assessorato per i Servizi sociali hanno tirato un sospiro di sollievo. Il posto per tutti non erano riusciti a trovarlo: 40 posti in albergo, altri 40 in un gruppo di roulotte messe a disposizione dalla Protezione civile. Nient'altro. Questa mattina si riunisce la giunta per «fare il punto della situazione e approntare un piano», ma la situazione appare seriza via d'uscita. E all'assessorato lo dicono esplicitamente: «Le nostre tre comunità alloggio ospitano in tutto 250 persone. Ne stiamo approntando altre, ma saranno una goccia nel mare dei 2 mila senza casa». «L'emergenza dell'immigrazione non possiamo risolverla con i centri di prima assistenza» diceva ieri mattina l'assessore Ornella Piloni. E snocciolava dati inquietanti: almeno 70 mila immigrati extracomunitari a Milano, il problema casa che affligge migliaia di milanesi sfrattati. La certa opposizione dei quartieri ad ospitare comunità di neri. Le casse dell'Assistenza prosciugate: «Con 90 miliardi a disposizione dobbiamo occuparci degli anziani indigenti, degli handicappati, dei tossicodipendenti. Quanto può rimanere per gli extracomunitari?» Le briciole. L'incendio di via Trentacoste ha acceso polemiche destinate a crescere e propagarsi in questi giorni di campagna elettorale. Protestano Fgci e democrazia proletaria. Tutti si chiedono: possibile che nessuno si sia preoccupato per tempo dell'i¬ nevitabilità di un incidente in uno stabile completamente abbandonato a se stesso e super affollato? Il più esplicito è Paolo Mantegazza, rettore dell'Università: «La responsabilità di questa tragedia è di chi ha permesso l'occupazione. Le nostre denunce in questura e alla magistratura sono rimaste lettera morta». Il sindacato Sicet-Cisl parla di «irresponsabilità degli amministratori». Da Palazzo Marino rimandano l'accusa al mittente: «Sono irresponsabili le occupazioni. E' irresponsabile fare vivere della gente senza servizi igienici e senza sicurezza». Dicono che quello di Milano è uno dei pochi Comuni ad avere approntato dei servizi, che le responsabilità sono anche dalla prefettura, dalla Protezione civile, dal ministero degli Interni che fanno poco o' nulla. L'università di Milano, per parte sua, si affretta a chiarire che nessuna responsabilità le può essere attribuita per la sorte «di quei poveretti». 0 La Statale ha acquistato lo stabile nel 1987 per trasformarlo in succursale delle facoltà di Farmacia e Veterinaria. Erano previsti un investimento totale di cinque miliardi e lunghi lavori di sistemazione. Nella stessa zona, tre mesi fa, un gruppo di marocchini era stato sfrattato e sgomberato da un alloggio, dove erano costretti a pagare 12-16 mila lire a notte per una brandina. Hanno organizzato lo sciopero dell'affitto; il proprietario dello stabile ha ottenuto lo sfratto. «Abbiamo chiesto un alloggio al Comune dice Michelangelo Spada del Sicet-Cisl - ma di fronte al no dell'amministrazione si è deciso di occupare questa palazzina». La comunità aveva ottenuto dall'Enel gli allacciamenti dell'energia elettrica e, dall'Amsa, il ritiro dei rifiuti. Forse per l'eccessivo affollamento, in poche settimane i servizi igienici sono andati fuori uso e si è rotta l'autoclave che distribuisce l'acqua ai piani alti. I neri intrappolati l'altra notte dalle fiamme non avevano a disposizione neppure una goccia d'acqua, [p. cor.]
Persone citate: Michelangelo Spada, Ornella Piloni, Paolo Mantegazza
Luoghi citati: Milano
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