La «febbre» dell'orologio firmato di Bruno Gianotti

La «febbre» dell'orologio firmato La «febbre» dell'orologio firmato In previsione c 'è un forte aumento dei listini Siamo i terzi clienti dell'industria svizzera BASILEA DAL NOSTRO INVIATO I produttori svizzeri visibilmente soddisfatti: alla Fiera di Basilea, che presenta il 70% della produzione mondiale, stanno già raccogliendo prenotazioni di orologi meccanici, il top del mercato mondiale, per il Natale 1991. Mentre Giappone e Hong Kong, che nell'89 hanno sfornato insieme 433 milioni di pezzi (il 63% dei 684 milioni di orologi che costituiscono un'attendibile stima della produzione mondiale), vendono oggi quello che i negozi metteranno in vetrina il prossimo autunnoinverno, la Svizzera non riesce a far fronte alle richieste. Visto che detiene il monopolio dell'orologio meccanico (93% della produzione mondiale), l'impennata dei prezzi sarà inevitabile. Roland Schild, portavoce della Federazione degli industriali orologiai elvetici, consiglia agli italiani, già fedelissimi all'orologio svizzero (siamo il terzo importatore, dopo Hong Kong e Usa) di comprare subito e di investire sulla qualità: «Finora siamo riusciti a tenere i prezzi ad un livello contenuto: nell'ultimo anno c'è stato un rincaro leggero, circa il 2-3% dovuto all'aumento del costo della vita. Ma già in marzo abbiamo registrato valanghe di ordini: 31% più del marzo '89. Siamo impegnati al massimo, ma abbiamo difficoltà a consegnare». Il mercato mondiale non dà segni di flessione. L'orologio di bassa qualità, l'«usa e getta» al quarzo che ha un costo medio, all'origine, di circa 1200 lire, ha invaso i mercati e continua a tirare. Ma da due anni, quasi per reazione, è tornata in auge la fascia alta, che parte dall'orologio meccanico (prezzi da circa 120 mila lire fino ai 7 milioni e mezzo per un cronografo d'acciaio da collezione), si impreziosisce con la «griffe», l'aumento delle funzioni e delle complicazioni per salire alle stelle con il passaggio all'oro. giallo o trattato fino a diventare rosa e blu, al platino e alle pietre preziose, toccando cifre da capogiro. A garanzia dell'investimento, Schild cita le statistiche sui prezzi medi (la Svizzera ha appena il 13% della produzione, ma il 48% del valore sul mercato mondiale), oltre alla tradizionale serietà dei costruttori: «Nonostante la congiuntura favorevole, si impegnano continuamente sui nuovi modelli». E le novità proposte a Basilea dai maestri orologiai della Confederazione sono già destinate a diventare subito pezzi da collezione. Come il Gerald Genta «système tourbillon» che segna l'ora universale e batte ore, quarti e minuti; o il Corum, cronografo automatico, calendario perpetuo e 11 funzioni; il classico Dunhill dal fondo trasparente di zaffiro; fino al Jaeger-Le-Coultre in prima mondiale: fornisce l'ora di 24 città. Bruno Gianotti

Persone citate: Dunhill, Gerald Genta, Jaeger, Roland Schild, Schild

Luoghi citati: Basilea, Giappone, Hong Kong, Svizzera, Usa