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«Italia pirata del video» Denuncia Usa «Italia pirata del video» PUERTO VALLARTA. Proseguono gli incontri a Puerto Vallarla, in Messico, dóve sono riunite le delegazioni di trenta membri del Gatt, l'organismo internazionale del commercio. Una parte dei lavori che si sono svolti l'altro giorno riguardava l'Italia. Il nostro sarebbe «il Paese industrializzato dove i diritti di proprietà intellettuale sono meno tutelati»: la pirateria nei software e la riproduzione illegale di cassette video-audio e di programmi televisivi sono questioni aperte di «particolare serietà», che danneggiano delle imprese statunitensi. Questo il principale «capo d'accusa» contro l'Italia contenuto nel rapporto annuale del «Us Trade Representative» (il dipartimento statunitense per il commercio con l'estero) sulle barriere che limitano l'accesso dei prodotti americani sui mercati stranieri. Il documento, relativo al 1989 e ultimato nei giorni scorsi, afferma che la pirateria dei software è costata alle aziende Usa circa 450 milioni di dollari (500 miliardi di lire) in termini di minori introiti. Proprio l'Italia, sottolinea il rapporto, è il Paese dove i diritti d'autore sono meno protetti. Secondo i distributori di film americani, il 40 per cento del mercato italiano delle videocassette (per un valore di 15 milioni di dollari) è costituito da prodotti «copiati» illegalmente. Per quanto riguarda i programmi televisivi, un film su quattro trasmesso dalle emittenti private regionali - l'equivalente di una quota del 10-15 per cento del totale delle trasmissioni italiane, per un totale di otto milioni di dollari - sarebbe frutto di riproduzioni pirata. Il rapporto ricorda inoltre che l'Italia è stata inserita lo scorso anno dagli Stati Uniti nella lista dei Paesi «sotto osservazione» per i danni inflitti hi questo settore all'industria statunitense. Il documento precisa comunque che l'Italia sta cercando di porre rimedio a questa situazione attraverso la legge attualmente all'esame del Parlamento. [Ansa]