Il campionato falsato e indignazioni varie
Il campionato falsato e indignazioni varieIl campionato falsato e indignazioni varie Il campionatofalsato e indignazioni varie NON usata dall'Atalanta la testimonianza d'un sordomuto che poteva decifrare le parole di Carolando, massaggiatore del Napoli, ad Alemao dopo la monetinata. Eppure si cercò persino di leggere sulle labbra di Ali Agca quando il Papa, al quale aveva sparato, andò a trovarlo in prigione. Berlusconi si dice indignato perché nessuno, su quella faccenda, si indigna. Magari ha ragione, anche se noi continuiamo a pensare che l'indignazione, se trattasi di atteggiamento morale e non funzionale, nel calcio deve esistere per tante cose, ad esempio anche per il gol rubato dal Milan a Bergamo con quella rimessa laterale (non molliamo l'osso, proprio per rispetto e ammirazione di un Milan «ideale» che conosciamo, e segnaliamo che c'è contraddizione fra le scuse della società, allora, e la ricostruzione del fattaccio ora, con Borgonovo che segna in trance, e non era più intontito o stranito di Alemao). Ma la questione della monetina secondo noi è ancora Ìriù vasta di cosa si pensi, se a si considera alla luce di quella che è la massima spaccatura del giornalismo calcistico italiano dai tempi del mondiale '82. Adesso ci sono i napoletani contro i milanisti, e Craxi che se la prende con le leghe nordiste antigaribaldine dovrebbe, lui che tifa Toro e dunque sta fuori dalla mischia, dire qualcosa anche su questa faccenda. MA che brutto momento ha scelto il ciclismo italiano per tornare grande, almeno nelle corse in linea. Che brutto anno: il 1990 del mondiale di calcio. Tre grandi corse vinte in Italia con Bugno e in Belgio con Argentin, lo stesso Argentili in testa alla Coppa del mondo, altri piazzamenti più che onorevoli, una serie di vittorie nelle gare d'apertura e persino un successo del vecchio Saronni, eppure la gente (poca) chiede come mai Fondriest non ha vinto finalmente la Roubaix e Argentin gent I Foni I men non ha vinto la sua quarta Liegi-Bastogne-Liegi. La gente (tanta) sta vivendo un appassionante ancorché falsatissimo campionato di calcio (c'è persino chi dice che il Bologna, per andare in Uefa, ha una sola speranza: che il Napoli vinca il titolo, dunque vinca domani a Bologna, così da liberare un posto in Uefa). La gente vive le bellissime cose delle Coppe e aspetta Italia 90. Il Giro, fra maggio e giugno, rischia di sparire: consigliamo a Giupponi di non vincerlo, sarebbe fatica sciupata. Scherzi a parte, sembra che il ritorno del ciclismo, pur avendo quello che per lo sport è il pregio massimo, cioè il mistero, disturbi un bel po'. Nelle redazioni sportive c'è addirittura il problema grafico di ridare spazio, vistosità o comunque dignità di presenza ad uno sport che si pensava sepolto, o seppellitile corsa dopo corsa con epitaffi sempre più brevi. Forse bisognerà togliere un po' di spazio a sport di popolo, come l'off-shore, la vela da maxiyacht, il golf. Problemi che parevano sepolti appaiono appena rimossi: dove l'avverbio «appena» sta per «soltanto» e anche per «da poco», imbarazzo doppio. Forse i ciclisti dovrebbero presentare le loro scuse al calcio e a tanto sport italiano. Non si profana Sanremo vincendo a sorpresa, quando quella cosa seria che è il Festival annuncia i vincitori con largo anticipo. Non si va a vincere in Belgio, dove persino il Milan ha fatto pari. Non si mette negli italiani voglia o rispetto per la bici, ora che nelle città dal traffico disastrato per i lavori d'Italia 90 si è promossa l'auto a seconda casa, 20 milioni di seconde case dove si passa la maggior parte del tempo, a respirare gas combusti. E a c> non si rende conto di quanto è piccolo un atomo, consigliamo di pensare a una vittoria italiana al Tour, in concomitanza con la vittoria azzurra ai Mondiali. Gian Paolo Orni ezzano ino
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