L'auto viaggia già nel futuro di Claudio Giacchino

L'auto viaggia già nel futuro Inaugurato il 63° Salone di Torino, Tanno scorso prodotti in tutto il mondo trentasei milioni di vetture (un record) L'auto viaggia già nel futuro Agnelli: per il traffico c'è molto da fare TORINO. Il 63° Salone dell'Automobile s'è aperto in una Torino fradicia di pioggia e asfissiata da un traffico impazzito per la concomitanza di maltempo e sciopero di tram. Alle 10,40, nel corridoio infiorato del Lingotto, arrivano Gianni Agnelli e Cesare Romiti. Si dirigono verso il palco approntato per il discorso ufficiale del ministro ai Trasporti, Carlo Bernini. L'Avvocato dice: «E' sempre un piacere venire al Lingotto. Soprattutto, è un piacere venire al Salone in un anno di successi come questo». Per le avversità meteorologiche, il ministro non c'è, non è ancora nemmeno atterrato a Caselle. Agnelli decide di attenderlo nel salottino in cui troneggia la teca blindata che accoglierà la Coppa per i vincitori del Mondiale di calcio. Così, per oltre mezz'ora, l'Avvocato e Romiti aspetteranno in un angolo del box: insieme al sindaco di Torino, Maria Magnani Noya e al presidente della Confindustria, Ser gio Pininfarina. Soltanto una signora forza il blocco dei robusti giovanotti che proteggono l'originale privacy Saluta Agnelli, gli stringe la mano e si defila raggiante: «Ho realizzato un sogno. Sono un imprenditore piccolo piccolo, mi chiamo Ada Paparo». Passano cinquanta minuti, ecco il ministro. Lo accolgono Carlo Righini. presidente del Salone, Gregorio Rampa, presi¬ dente dei costruttori auto, e Odoardo Pagani, presidente degli importatori esteri. Tutti, tra spintoni e clic delle macchine fotografiche, si scivola verso il palco. Un giornalista domanda all'Avvocato: «Di che avete discusso?» Risposta: «Di auto e di elezioni». Il sindaco corregge: «Stadio e elezioni». Intanto, Romiti polemizza con un cronista che parla di difficoltà. «Ma quali difficoltà? Quando andiamo bene dite che andiamo male e viceversa. Per caso, non sarà che voi ci auguriate di avere problemi?». I discorsi di Carlo Righini e di Bernini sono brevi. Il presidente del Salone ricorda i «grandi risultati che l'industria automobilistica ha realizzato nel 1989, è stato un anno record» (36 milioni di vetture prodotte nel mondo) e ammonisce «tali successi vanno accolti senza trionfalismi». Dai primati al problema della concorrenza giapponese: «Non è in discussione il principio della libera lizzazione, ma occorre un periodo di transizione sufficientemente lungo in modo che l'auto europea possa adeguarsi alla novità per crescere in competi tività». II ministro esordisce con una battuta: «Qui non ci sono vertenze in questo momento. Credo sia una puntualizzazione mollo importante per la nostra industria». Prosegue con l'elogio della pioggia «Porta fortu¬ na. Ne ha portata ieri perché abbiamo chiuso la vertenza dell'autotrasporto. Speriamo ne possa portare ancora permettendoci di concludere anche con i ferrovieri». Poi, l'Avvocato e Romiti si dirigono allo stand Fiat. Nella calca, il ministro scompare. Riapparirà alcuni minuti più tardi, davanti alla pedana rotante sulla quale è esposta una Tempra station wagon. «Bella, che linea filante - commenta Bernini -. E, il prezzo?» I direttori generali Fiat, Paolo Cantarella e Luigi Francione, interrompono le spiegazioni tecniche: «Non è stato ancora definito. Questo gioiello entrerà sul mercato a settembre». Cesare Romiti emerge dalla foresta di cavi e riflettori tv, dirotta l'attenzione su Agnelli «Chiedete a lui, lasciatemi respirare» » e si defila verso la tranquillità. Si congedano anche il ministro e l'Avvocato. Inseguito sin sull'uscita il secondo. Risponde, camminando lesto «L'anno si presenta bene e abbiamo fiducia nell'avvenire». Ha visto che traffico oggi? «Per il traffico bisogna fare molto. Vedrà che le nuove amministrazioni faranno quello che le vecchie hanno messo a punto e non realizzato». L'inaugurazione è finita. Incomincia quella del pubblico che alle 13, comincia ad invadere il Lingotto. Claudio Giacchino

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