I lituani: «L'Urss ci condanna alla fame»

I lituani: «L'Urss ci condanna alla fame» Il Cremlino respinge le «ingerenze» americane e offre l'ultimo compromesso a Estonia e Lettonia I lituani: «L'Urss ci condanna alla fame» Oleodotti a secco, gas al minimo. Mosca: «F solo l'inizio» NOSTRO SERVTZiÒ La radio di Vilnius ha lancialo j ieri un appello ai lituani afI finché riducano i consumi ! energetici a seguito dei tagli decisi da Mosca alle forniture di petrolio e di gas naturale. «Ci hanno messo a una dieta da fame - ha detto il portavoce lituano Ccslovas Jursenas -. Il problema è ora come distribuire le razioni e come potremo sopravvivere». Dall'altra sera la raffineria di Mazhejkei non riceve più greggio, mentre le forniture di gas sono scese da 18 a 3,5 milioni di metri cubi al giorno. «Per il momento è una questione di gas e petrolio, è possibile che vengano prese altre misure», ha ammonito il portavoce del ministero degli Esteri sovietico Vadim Perfiìev. Il quale ha poi lanciato pesanti accuse contro non specificati giornali e personalità statunitensi colpevoli di aver lanciato «una campagna propagandistica sugli avvenimenti lituani». «Lezioni e minacce mascherate - ha detto - rappresentano una inammissibile interferenza» che complica «la situazione e ostacolano il dialogo» Usa- Urss In Lituania le code ai distributori si allungano, comincia anche a serpeggiare la paura che Mosca congeli le riserve di valuta pregiata della Lituania, impedendo così l'approvvigionamento all'estero, in un «clima da guerra economica», come l'ha definito il presidente Landsbergis, il quale ha invocato la mediazione del Vaticano per risolvere la crisi. La Santa Sede ha subito risposto di non aver ricevuto alcuna richiesta. La tensione cresce. Mentre le autorità lituane cercano di boicottare la leva di primavera, il primo ministro, signora Kazimiera Prunskiene, assieme al ministro degli Esteri Algirdas Saudargas, è partita per Oslo, fallendo però nel tentativo di assicurarsi forniture di petrolio da parte della Norvegia. «Il go¬ verno norvegese non può promettere petrolio alla Lituania», ha dichiarato il premier norvegese Jan Syse. E' probabile che sia Oslo sia Copenaghen non vogliano rompere con Mosca e allora mascherino le loro resistenze con le scarse garanzie che Vilnius può dare alle compagnie petrolifere. E allora, lunedì, una delegazione guidata dal vicepresidente del Parlamento si recherà a Mosca per incontrare rappresentanti canadesi, nel tentativo di assicurarsi rifornimenti di petrolio: le scorte di greggio a disposizione basteranno «solo per quattrocinque giorni». La crisi del Baltico non accenna dunque a placarsi. Ieri Gorbaciov ha ricevuto una delegazione lettone, guidata dal presidente Anatoli Gorbunov, ed ha acconsentito ad aprire negoziati a livello di gruppi di esperti per stabilire il futuro delle relazioni tra la Lettonia e l'Urss. Ha poi avuto un incontro con una delegazione estone, guidata dal presidente Arnold Ruutel e dal primo ministro Edgaar Savisaar. Nessun risultato concreto, vi sarà una nuova conversazione lunedì. Ai lettoni Gorbaciov ha proposto «due varianti»: se la Lettonia vorrà uscire dall'Urss, «dovrà rigorosamente rispettare la legge sulla secessione»; se invece deciderà di restare nell'Unione, potrà ricevere «un nuovo status» e «relazioni confederali» con l'Urss. Da parte sua, il primo ministro Ryzhkov ha detto di essere pronto, in questo caso, a risolvere il problema del servizio militare dei giovani lettoni, cui sarebbe permesso di prestare servizio all'interno dei confini della Lettonia. Gorbaciov ha però avvertito che «se il Parlamento lettone, il 3 maggio, proclamerà l'indipendenza, non vi saranno negoziati di alcun tipo». I dirigenti lettoni hanno affermato di volere stabilire «le migliori relazioni possibili con l'Urss, su base egualitaria», ed hanno aggiunto che le truppe sovietiche potrebbero rimanere di stanza in Lettonia, ma che in questo caso il loro status, il loro numero e la loro dislocazione dovrebbero essere concordati e fissati in un documento bilaterale. Ad esprimersi dovrà ora essere il Parlamento lettone, che si riunirà dal 3 maggio nella sua nuova composizione, dominata dalla maggioranza indipendentista. Di fatto però l'incontro tra Gorbaciov ed i dirigenti lettoni ha spianato la strada verso l'apertura di negoziati. Il leader del Cremlino ha infatti dato incarico di preparare le consultazioni a due alti dirigenti sovietici: il vice-primo ministro Silaev ed il membro del Presidium del Soviet supremo Tarazevich. Questi, assieme agli «esperti» lettoni, dovranno elaborare le proposte per possibili varianti da sottoporre ai negoziatori, [e. st.] ALTRI SERVIZI A PAGINA 3