«Rapirono un'altra bambina»

«Rapirono un'altra bambina» La figlia del titolare dell'Alpitour avrebbe riconosciuto in tv i tre arrestati «Rapirono un'altra bambina» Sospetti per il sequestro di Federica Isoardi TORINO. Cuneo, 12 gennaio 1984: Federica Isoardi, 8 anni, figlia del titolare dell'agenzia di viaggi Alpitour, viene rapita alle 8,30, dopo essere entrata a scuola. Stallavena, provincia di Verona, 29 gennaio 1990: alle quattro del pomeriggio Patrizia Tacchetta, otto anni, figlia del proprietario della fabbrica di jeans Carrara, è sequestrata da un uomo mentre va a comprare una merendina al supermercato sotto casa. Sono le sequenze di uno stesso film. La regia dei due rapimenti sarebbe opera degli uomini arrestati martedì scorso a Santa Margherita Ligure, nella villa dove i carabinieri hanno trovato Patrizia, dopo 78 giorni di prigionia. E' più che un sospetto. Bruno Cappelli, Valentino Biasi e Franco Maffiotto avrebbero sequestrato sia Federica che Patrizia. «Ci sono forti elementi», dice Piero Sassi, capo della Criminalpol torinese. «Basta rileggere le cronache», aggiunge il j maggiore Pasquale Lavacca. co! mandante del nucleo operativo j dei carabinieri. Per il momento, | gli uomini hanno confessato di ! aver sequestrato Patrizia: «Ma abbiamo fatto tutto da soli. Le due donne che avete arrestato non c'entrano». Ora, il magistrato contesterà loro anche il rapimento di Federica Isoardi. Non subito, però. Occorre attendere l'esito delle perizie foniche disposte dalla magistratura e i risultati di una serie di perquisizioni che saranno compiute nelle prossime ore. Ma, a questo punto, si tratterebbe solo di formalità. Le «strane coincidenze» che i carabinieri avevano riscontrato tra le due storie all'indomani della liberazione di Patrizia Tacchella sono diventate «fortissimi indizi». E i pezzi di questo strano puzzle che si va componendo negli uffici dei magistrati di Tonno, Verona e Genova lo dimostrano. C'è, innanzitutto, la testimonianza di Federica: «Sono loro», ha esclamato l'altra sera davanti allo schermo tv su cui scorrevano le immagini dei tre arrestati. Sicura? «Sicurissima». Poi, il confronto tra le foto degli imprenditori di questa anomala banda di delinquenti «perbene» e gli identikit dei due banditi che sei anni fa presero Federica sotto gli occhi delle suore della scuola elementare di Cuneo: i «punti di contatto» sono evidenti. Infine, ci sono le registrazioni dei colloqui tra i rapitori e le famiglie Isoardi e Tacchella. E' la stessa voce, almeno in apparenza: la perizia fonica dovrà stabilirlo con certezza. Ma, soprattutto, sono identiche le modalità ese¬ cutive: il telefonista degli Isoardi aveva lo stesso piglio «manageriale» del telefonista dei Tacchella. Gli incruirenti sono prudenti, ma i dubbi sfumano con il passare delle ore: sarebbe lo stesso film, con due finali diversi. Per Federica, i familiari pagarono un riscatto di circa tre miliardi e mezzo. La somma fu consegnata ai rapitori a Santena, un paese della cintura torinese che si trova a metà strada tra Pollino, dove, si è scoperto ora, abita Biasi, e Nichelino, la città di Bruno Cappelli. La bimba fu poi liberata a Celle, in Liguria. Patrizia, invece, è tornata a casa martedì sera, prima che i genitori consegnassero ai rapitori il riscatto concordato (cinque miliardi e mezzo). Resta da capire, perché i tre uomini sono caduti in trappola, dopo che erano riusciti a disorientare gli inquirenti che avevano seguito il caso Isoardi. Circola già una spiegazione: li avrebbe traditi la sicurezza di riuscire a farla franca una seconda volta. Solo così si spiega il clamoroso errore che il telefonista del sequestro Tacchella ha compiuto lo scorso 10 aprile: da Santa Margherita Ligure, con un apparecchio radio, l'uomo ha chiamato i familiari della bimba, in Veneto. E dopo aver minacciato ritorsioni, ha fatto parlare Patrizia con il papà. Gianni Armand-PHon ALTRI SERVIZI il PAGINA 7 E IN CRONACA Patrìzia Tacchella Federica Isoardi