Un giallo sui titoli «Espresso» di Eugenio Scalfari

Un giallo sui titoli «Espresso» Dove sono ora? Un giallo sui titoli «Espresso» MILANO DALLA REDAZIONE Dove sono finiti gli 11 milioni di titoli «Espresso» che il giudice Attilio Baldi ha posto sotto sequestro su richiesta di Carlo Caracciolo e Eugenio Scalfari? Mondadori non li ha consegnati, e nemmeno la Finame la quale, contemporaneamente, è ricorsa alla pretura di Roma chiedendo di sbloccare il provr vedimento di Baldi e, comunque, di poter votare alla assemblea Espresso del 24 aprile. Per questa assemblea, oggi scade il termine per il deposito dei titoli, forse una occasione per eseguire il sequestro. Comunque, gli avvocati di Caracciolo, Fenghi e Janni, stanno valutando l'insolita situazione. Prima della assemblea «Espresso», c'è l'udienza di sabato, presso la Pretura di Roma: si apre così un altro intricato fronte giudiziario. Ieri, intanto, il consiglio di amministrazione della Mondadori ha fissato per il 26 e 29 giugno l'assemblea straordinaria che dovrà decidere sull'aumento di capitale proposto da Cir e su uno, nuovo di zecca, proposto dal consiglio stesso: elastico, ossia da un minimo di otto a un massimo di 24 miliardi, una ogni 10 o 3 ogni 10 con sovrapprezzo, per un incasso complessivo che va da 82 a 246 miliardi (contro i 400 dell'operazione voluta dalla finanziaria di De Benedetti).

Persone citate: Attilio Baldi, Baldi, Caracciolo, Carlo Caracciolo, De Benedetti, Janni

Luoghi citati: Milano, Roma