Ddr, via al governo dell'assurdo di Emanuele Novazio
Ddr, via al governo dell'assurdo La coalizione di de Maizière illustra oggi il programma: strada breve all'unione Ddr, via al governo dell'assurdo Sette partiti, ventitré ministri: alla Difesa un pacifista arrestato per obiezione di coscienza Tutti uniti per impedire che sia soltanto Bonn a dettare le condizioni dell'unificazione BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Davanti alla «Camera del popolo» di Berlino Est, stamane, il governo di grande coalizione guidato dal democristiano Lothar de Maizière presenterà il suo programma, già noto nelle linee principali: trasformazione della Ddr da Stato centralizzato in Stato federale, con la ricostituzione dei cinque Laendcr cancellati dal regime comunista nel '52, Mecklenburg, Sachsen, Brandenburg, Thuringen, Sachsen-Anhalt; unificazione attraverso la via più breve, quella prevista dall'articolo 23 della Costituzione federale che consente l'adesione diretta dei Laender; riconoscimento definitivo della frontiera occidentale della Polonia, «forte integrazione» nella Comunità europea e appartenenza a una «Nato che sta cambiando nelle sue funzioni militari», in attesa di un nuovo sistema di sicurezza europeo. E, per l'immediato, unione monetaria, economica e sociale con la Germania Federale entro il primo luglio e tasso di cambio di parità fra Ost e Deutsche Mark, le monete dei due Stati tedeschi, per i risparmi, ma anche per i salari e le pensioni. Non sarà un compito facile: il negoziato con il Cancelliere Khol, che si avvierà la settimana prossima, sarà delicato e solleverà di certo numerosi motivi di dissidio soprattutto sui temi economici, come il «progetto di trattato» messo a punto dal governo federale lascia prevedere. Berlino cercherà d'impedire che le condizioni dell'unificazione siano dettate soltanto dal governo federale, e si batterà perché siano riconosciuti interessi specifici della popolazione tedesco-orientale. Ma è il grande paradosso del governo De Maizière, nato per sciogliere il Paese del quale è alla guida e per annullare dunque se stesso: tutto quel che farà la Grande Coalizione, nei mesi in cui controllerà il difficile passaggio verso l'unificazione, avrà un solo scopo, negoziare la resa con il governo federa¬ le e attenuare i costi politici e d'immagine della doppia dissoluzione che l'attende. Forse per questo la coalizione di sette partiti e ventitré ministri, nata dopo un turbolento negoziato fra l'alleanza conservatrice, i liberali e i socialdemocratici della Spd, ha caratteristiche che nessun altro governo al mondo probabilmente ha mai avuto, e che le danno un singolare aspetto di precarietà, la fatalità amara della fine. Ognuno dei suoi ministri principali è in contraddizione col compito che, in condizioni di normalità, dovrebbe svolgere: il ministro dell'Interno Peter Michael Diestel, che ha incontrato ieri a Bonn il collega tedesco-occidentale Schaube per un primo scambio di opinioni, rifiuta la Costituzione; il ministro delle Finanze Walter Romberg vuol fare scomparire la moneta nazionale, il ministro dell'Economia Gerhard Pohl vuole smantellare il sistema economico che per quarant'anni ha retto la Ddr, il ministro della Difesa Rainer Eppelmann è fra i più convinti pacifisti del Paese, e ha perfino scontato otto mesi di prigione per obiezione di coscienza. Non è la sola anomalia di un governo che sembra trovar giustificazione soprattutto nel paradosso. C'è, per esempio, la forte presenza di parroci e pastori protestanti, ma è un'anomalia più apparente che reale, in un Paese nel quale la religione non ha mai avuto un grande impatto popolare ma la Chiesa protestante ha svolto un ruolo molto importante al tempo del regime comunista, e poi nel momento della sua crisi e della sua caduta. Molti membri della Grande Coalizione sono politici e insieme uomini di Chiesa, e rappresentano dunque quello strato politico e sociale che, all'interno e al di sopra dei partiti, ha dato voce e consistenza alla Nuova Ddr. Quella che, dopo aver dissolto lo Stato marxista e socialista, colmerà il suo compito e dissolverà se stessa. Emanuele Novazio
Persone citate: Gerhard Pohl, Peter Michael Diestel, Rainer Eppelmann, Walter Romberg
Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, Bonn, Ddr, Germania Federale, Polonia
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