Dura la vita dell'ex dissidente

Dura la vita dell'ex dissidente PERSONE Dura la vita dell'ex dissidente NA nuova, contraddittoria, toccante figura sociale emerge dai grandi cambiamenti avvenuti nell'Europa orientale: il dissidente, o meglio l'ex dissidente. Non tanto il dissidente politico, che può avere anche destino glorioso, quanto il dissidente culturale, il dissidente artista, cineasta, scrittore, poeta. Può avere alle spalle esperienze anche asprissime di isolamento, riduzione al silenzio, emarginazione, carcere; e esperienze migliori di stima, considerazione e ammirazione al di fuori del proprio Paese. Adesso il peggio è passato, eppure (si capisce così chiaramente, parlandogli), l'ex dissidente non sta bene. Si sente espropriato del proprio patrimonio d'idee: quanto in passato soltanto lui e pochi altri osavano dire, sussurrare, lasciar capire o insinuare, adesso lo gridano tutti, su tutte le piazze, a tutte le televisioni. Si sente a disagio, insicuro, vagamente minacciato: per anni s'è fatto portatore del dissenso, ma a prezzo di molte lotte quel dissenso l'ha per lo più manifestato in opere realizzate nell'ambito delle strutture statali ufficiali, e l'ex dissidente ha sempre paura che qualche mediocre " meno dotato di lui, qualche giovane intransigente o qualche .neo-professionista della delazione salti fuori a rinfacciargli d'essere stato un alibi vivente anziché uno che combatteva il sistema dall'interno. Si sente, all'estero, oggetto d'una attenzione ormai sempre più esigua, sazia: sì, potrà ancora venire da lui qualche ricordo di vittima, ma in sostanza non fa più notizia e non serve più. Si sente privato del proprio stile: non è facile, per chi è uso alla metafora, all'apologo, al simbolo, all'allusione, rieducarsi al linguaggio diretto, esplicito, chiaro. Si sente, a volte, troppo tardi vittorioso: i cineasti tedeschi censurati, licenziati, stroncati nel 1965, chi potrebbe risarcirli, un quarto di secolo dopo, di carriere spezzate, del tempo passato, delle occasioni del- I la gioventù? ! L'ex dissidente si sente ammutolito, quasi fosse caduto insieme con il regime nemico che per tanti anni era stato suo unico pensiero, bersaglio, ossessione: ricominciare? Polemizzare ancora, criticare? E contro chi? IDEA Al numero milanese risponde la segreteria telefonica. Niente musica né spiritosaggini, soltanto (idea) un messaggio pubblicitario: «"La pubblicAzione" è il primo settimanale di interventi gratuiti del pensiero, presto in edicola. Se hai un'idea, un'opinione, una richiesta, una denuncia su qualunque argomento della tua vita presente e passata, sarai pubblicato e letto in tutta Italia. Non ti censureremo. Da oggi è tuo il monopolio dell'informazione. Invia ottanta parole o un'immagine...». Mtmopo1lio a parte, tutto vero: il nuovo settimanale dovrebbe uscire il 25 aprile, in trentacinquemila copie a duemila lire l'una; l'iniziativa fiduciosa d'un giornale di sedici pagine senza pubblicità, scritto dai cittadini, è di Caterina Saviane e Silvia Angelini Zanuso, tutt'e due figlie diffidenti di giornalisti; la società editrice si chiama Unanime Edizioni. Il proposito di pubblicare informazioni non filtrate e raccolte direttamente, di dare la parola a chi non l'ha mai avuta, è interessante: c'è da sperare che le direttrici non rimangano deluse vedendosi magari arrivare soprattutto testimonianze disperate di pensionati, proteste mortificate contro la burocrazia, e scritti anonimi. Lietta Torna buoni

Persone citate: Caterina Saviane, Lietta, Silvia Angelini Zanuso

Luoghi citati: Italia