Un assedio di sei giorni di Pier Paolo Cervone
Un assedio di sei giorni I tre rapitori ora sono rinchiusi nel carcere di Chiavari Un assedio di sei giorni La villa era controllata dai Gis SANTA MARGHERITA DAL NOSTRO INVIATO I tre banditi sono in carcere a Chiavari: Franco Maffiotti, bloccato dentro la villa, subito dopo l'irruzione delle «teste di cuoio» dei carabinieri; Bruno Cappelli e Valentino Biasi fermati appena usciti dall'ex rustico sulle colline di Santa Margherita, la prigione di Patrizia. Non sono ancora stati interrogati dal sostituto procuratore, Marcello Bruno. Il magistrato deve convalidare il fermo entro 48 ore. Nei successivi due giorni si svolgerà una prima udienza in tribunale davanti al giudice delle indagini preliminari. Maffiotti, Cappelli e Blasi hanno nominato i loro difensori di fiducia. Saranno interrogati anche dal sostituto procuratore di Verona, Angela Barbaglio, che dirige l'inchiesta. La villa che si affaccia sul Golfo del Tigullio era tenuta sotto controllo dal 12 aprile. Ma c'erano di mezzo le vacanze pasquali e su quella strada, che da Santa Margherita sale a Ruta di Camogli, sono passate lo scorso weekend migliaia di auto. Impossibile intervenire, troppo rischioso. E allora si è preferito attendere, tanto della banda si sapeva tutto o quasi. Ieri mattina gli investigatori sono tornati nella villa. Un portoncino di legno scuro ha i segni evidenti dello sfondamento. Da qui sono entrate le «teste di cuoio». Altri uomini del commando hanno fatto irruzione nel primo piano della palazzina dalla finestra della cucina: per terra ci sono ancora i cocci del vetro andato in frantumi. Maffiotti non ha avuto il tempo di reagire: aveva una P38 infilata nei pantoioni, il colpo in canna, pronta a far fuoco. Non ce l'ha fatta. Per Patrizia attimi -di paura: poi sono arrivati altri uomini in divisa e allora ha sorriso, ha gettato le braccia al collo dei suoi salvatori. Nella villa pavimenti, porte e finestre sono nuovi, segno che dopo la ristrutturazione l'ex rustico era stato anche ammodernato. Dopo l'ingresso ecco il soggiorno: un divano in tessuto grigio chiaro, una poltrona dello stesso colore, una sedia, uno specchio, un impianto stereo. Ci sono i segni della perquisizione. Anche il telefono è stato smontato pezzo dopo pezzo. Su un lato del soggiorno si apre un corridoio con alcune porte. Patrizia aveva a disposizione due stanze e una piccola tv a colori, ma non poteva guardare fuori, né farsi sentire. I banditi avevano alzato un mu ro in mattoni. La «Heli Europe Internatio nal», una società di assistenza per elicotteri, ha la sede in un capannone poco distante dalla villa dei rapitori. Il presidente, Franchino Effrache, 50 anni, dice: «Siamo qui da circa un mese ma non avevamo mai notato nulla di strano. Non ci eravamo neppure accorti che la villa fosse abitata. Il via vai di auto non poteva insospettirci: questo è un punto panoramico, ogni giorno si fermano decine di macchine». Nel cortile c'è anche un accesso chiuso da una catena di ferro. Secondo gli abitanti di Si Lorenzo quella catena è comparsa solo un mese fa: è da allora che Patrizia era in Liguria? La villetta era stata comprata da Ornella Luzzi, moglie di Cappelli, almeno sei anni fa: una seconda casa, una delle tante di questa collina che si popola soltanto nei mesi estivi e nei «ponti». Molti lavori all'esterno e all'interno, ma nessuno conosceva la famiglia torinese: qualche acquisto nei negozi di San Lorenzo e, soprattutto, di Ruta di Camogli, qualche chiacchiera e niente più. Santa Margherita è sotto choc, nessuno-immaginava che una della perle della Liguria delle vacanze potesse essere il carcere per un sequestro. Il sindaco, Raffaele Bottino, ha subito mandato un telegramma alla famiglia Tacchella. «Quando ho saputo che Patrizia era stata liberata - dice - ho provato gioia e commozione. Poi è subentrata l'amarezza. E' doloroso pensare che la nostra cittadina non sia stata scelta come luogo di vacanza ma per compiere un gesto così ignobile. Ho invitato i genitori della bambina a trascorrere una vacanza a Santa Margherita, perché possano ricordarla sotto un'altra luce». Pier Paolo Cervone Bruno Cappelli nella questura di Rapallo dopo l'arresto 1
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