De Benedetti-Sgb, lo strappo è imminente

De Benedetti-Sgb, lo strappo è imminente Il divorzio viene dato per certo in Borsa, ma il problema resta il prezzo della quota Cir De Benedetti-Sgb, lo strappo è imminente Forse alla Sumitomo le azioni (1200 miliardi) dell'ingegnere MILANO. Potrebbe avvenire nei prossimi giorni, forse già entro questa settimana, l'uscita di Carlo De Benedetti dalla Società Generale de Belgique (Sgb). L'ingegnere, tramite la Cerus, possiede il 15,4% della principale conglomerata belga il cui controllo, dopo la battaglia azionaria di due anni fa, è detenuto dalla Compagnie de Suez. Proprio il patron della finanziaria francese, Renaud de la Genière, si era dichiarato disposto a favorire l'uscita di De Benedetti il quale, pochi giorni fa, ha precisato che l'unico problema è il prezzo. Da tempo si parlava di un disimpegno del gruppo italiano dalla Sgb e ora, secondo gli ambienti di Piazza Affari, i tempi sembrano maturi per questa consensuale separazione. La dismissione della quota azionaria Sgb, il cui valore è stimato oltre i 1200 miliardi di lire, potrebbe avvenire con un collocamento privato presso alcune istituzioni finanziarie intemazionali. A questo proposito è già circolato il nome del gruppo giapponese Sumitomo tra i possibili acquirenti. Più delicata, e molto improbabile, è invece l'opzione di un classamento in Borsa delle azioni Sgb in mano alla Cerus. La possibilità di una prossima uscita dell'ingegnere dalla «Vieille dame» di Bruxelles viene data per certa in Borsa dove già da alcuni giorni i titoli della Cir sono risultati in tensione. Dal quartier generale di De Benedetti, comunque, si rileva che l'operazione non è imminente e che non c'è fretta. In effetti la dismissione della quota Sgb consentirebbe al gruppo Cir di chiudere una coraggiosa iniziativa, finita male, e di incassare consistenti mezzi finan¬ ziari da destinare ad altri investimenti. Nel frattempo, ieri, nella capitale belga si è riunito il consiglio di amministrazione della Sgb che ha approvato il bilancio 1989. L'esercizio passato ha segnato il ritorno all'attivo della holding che ha registrato un utile netto consolidato di 20,1 miliardi di franchi contro una perdita di 872 milioni di franchi dell'88. All'assemblea degli azionisti, convocata per il prossimo 16 maggio, verrà proposta la distribuzione di un dividendo di 87 franchi (contro i 77 franchi pagati lo scorso anno) alle azioni ordinarie con godimento pieno e di 60 franchi a quelle emesse nell'88. La società ha anche riferito che l'utile netto della capogruppo è ammontato a 11,4 miliardi di franchi, pari a 190 franchi per azione, contro i 5 miliardi di franchi, pari a 112 franchi per azione, dell'anno prima. La notizia dei positivi risultati ottenuti dalla holding belga è stata favorevolmente accolta dalla Borsa di Bruxelles: il titolo Sgb ha guadagnalo ieri 1' 1.2%. Nel corso della conferenza stampa di presentazione del bilancio, il presidente Etienne Davignon non ha commentato le anticipazioni di una prossima uscita del gruppo De Benedetti dal capitale della Sgb. Da vignon ha precisato: «Si sa che De Benedetti non desidera restare a lungo azionista di minoranza della Sgb e il giorno in cui l'imprenditore italiano uscirà, ciò avverrà in armonia con gli altri azionisti». Lo stesso ingegnere ieri ha partecipato alla riunione del consiglio Sgb e nel pomeriggio 6 rientrato a Milano. [r. g.)

Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti, De Benedetti-sgb, Etienne Davignon

Luoghi citati: Bruxelles, Milano