«Non usate il '48 in chiave elettorale»

«Non usate il '48 in chiave elettorale» Craxi alla de per la commemorazione «Non usate il '48 in chiave elettorale» ROMA. Sulla celebrazione del IH aprile 1948 Craxi pnrndi: in giro la de, Andreotti esprime «grande riconoscenza» al ruolo avuto da De Gaspcri in quel l'occasione, mentre la tVoce repubblicana», il quotidiano del pri. chiede al partilo di Forlani di chiarire come intenda impo stare il rapporto con il pei. Mentre la de si avvia da <)}^;i a celebrare la «Settimana della riconoscenza», cioè la vittoria del '48 sul Fronte Popolare, Craxi dice che questo «è l'argomento per un convegno storico e non per una campagna elettorale». E aggiunge ironicamente: «C'è un anniversario? E' il 42°? E perché si sono dimenticati il 40° e anche il 30°? Comunque, come socialista, nella mia vila ho già avuto molte occasioni per parlare di quell'errore». Di tutt'altro tenore l'intervento di Andreotti. In un'intervista trasmessa ieri sera dal TG1, il presidente del Consiglio sostiene che «la vittoria fu dei democratici, di tutti i democratici. Se la de con i suoi 12 milioni 700 mila voti ebbe il massi¬ mo successo, non può davvero essere sottovalutato il risultalo di quasi due milioni di socialdemocratici, di più di un milione di liberali, di 750 mila repubblicani e di oltre 250 mila voti ottenuti dalla Spv. Era un fronte compatto per resistere alla dittatura comunista, che nessuno può più contestare che si sarebbe realizzata». Andreotti esprime una «grande riconoscenza» a De Gasperi, Saragat, Sforza, Einaudi, Pacciardi. Per la Voce repubblicana, invece, la scelta della de di celebrare il 18 aprile pone un problema serio: «La de non può presentarsi agli elettori senza chiarire quale sia il suo atteggiamento nei confronti del pei. Quando Formigoni pensa ad una coalizione di de, pei e psi che liberi il Paese delle "fastidiose forze laiche", ecco che il problema dei rapporti con il pei non può essere liquidato con una rievocazione di bandiera dietro cui nascondere ciò che non viene detto per l'oggi, ma che tacitamente riserva per il domani». [Ansa-Agi]

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