Ora l'Fbi indaga sulle Casse Usa

Ora l'Fbi indaga sulle Casse Usa Per il salvataggio ci vorranno 30 anni e 500 miliardi di dollari; la crisi tocca anche la Chase Manhattan Ora l'Fbi indaga sulle Casse Usa «Abbiamo scoperto truffe in oltre500 istituti» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La battuta è di Greenspan, il governatore della Federai Reserve. Rivolto a quello della Bundesbank, Pohel, Greenspan ha esclamato: «Voi avete la Germania dell'Est, noi abbiamo le Casse di Risparmio». Come problemi finanziari cioè, ha fatto capire il governatore della Fed, essi si equivalgono. Possibile? Possibilissimo. La Corte dei conti americana ha calcolato che ci vorranno tra 325 e 500 miliardi di dollari per salvare le Casse di Risparmio. E nel frattempo potrebbe saltare anche qualcuna delle grandi banche: è di ieri la notizia che rischiano il declassamento del credito, tra le altre, persino la Chemical Bank e quel colosso che è la Chase Manhattan. C'è chi scommette che Bonn risolverà la questione tedesco orientale almeno un ventennio prima che Washington risolva la questione delle Casse di Risparmio. E' una scommessa facile. Secondo la Corte dei conti, per risanare questi istituti in crisi occorreranno Infatti trent'anni. E' un giudizio avallato proprio ieri da Sessions, il direttore dell'Fbi. Testimoniando a Dallas davanti, all'inquirente parlamentare, Sessions ha affermato che «la piaga finanziaria è come quella della droga». «In 530 Casse di Risparmio, banche e altre società fallite nell'ultimo biennio i dirigenti hanno commesso truffe di cui verremo a capo solo tra parecchio tempo». L'allarme a Wall Street per le grandi banche e le dure dichiarazioni del direttore della Fbi hanno scosso l'America. Per la prima volta dall'inizio della crisi delle Casse di Risparmio, essa si rende conto che la finanza alleerà deeli Anni 80 è tramon- allegra degli Anni 80 è tramon tata e che è giunto il momento di pagare i conti. Sinora, aveva creduto che le cause dei guai fossero molto limitate: il crollo dei prezzi del petrolio, che ha quasi messo ko gli Stati produttori di greggio; un boom edilizio insostenibile; e le eterne difficoltà dell'agricoltura. Ma adesso vede che le cause sono assai più profonde: l'indebitamento delle imprese e la disonestà di molti dirigenti. L'esposizione delle corporations Usa è agghiacciante. Per la prima volta aal 1934, all'apice della depressione, gli interessi che pagano sui debiti superano i profitti. Le corporations sono indebitate per oltre 2100 miliardi di dollari, un terzo in prestiti a tassi elevati o in junk bonds, titoli spazzatura ad alto rischio: nel '79, lo erano «soltanto» di 775 miliardi. In alcune città i dissesti crescono a un ritmo del 30% annuo. La ragione della crisi: sotto Reagan, le corporations hanno abbandonato qualsiasi autocontrollo e le banche si sono fatte loro complici. Nelle Casse di Risparmio, su questo problema di fondo si è inserito quello delle truffe di molti dirigenti. Il deputato texano Gonzales, che fa parte dell'inquirente, ha accusato la Casa Bianca di non essere stata né tempestiva né giusta. «Da un lato, troppi disonesti sono in libertà, e ostentano le ricchezze rubate - ha asserito - dall'altro, troppe Casse di Risparmio deficitarie sono ancora aperte». Gonzales ha osservato che i miliardi di dollari necessari a salvare le Casse di Risparmio andranno tutti a carico dei contribuenti. «Regaliamo i soldi ai finanzieri» ha tuonato «mentre il 28% degli americani è senza assistenza sanitaria o in perma¬ nenza o ner alcuni mesi all'an- nenza o per alcuni mesi all'anno». I problemi sarebbero più facili a risolversi se l'America fosse un Paese di risparmiatori. E' invece un Paese di consumatori. La gente risparmia meno del 5% del suo reddito annuo, la percentuale più bassa dell'Occidente, e per di più è indebitata quasi allo stesso livello delle corporations. Non a caso, nei negoziati sui commerci con gli Usa, il Giappone ha chiesto alla Casa Bianca e al ministro del Tesoro Brady di abolire molte carte di credito personali, adottare strumenti fiscali per incentivare il risparmio, ridurre drasticamente gli stipendi dei dirigenti. Ennio Carette Nicholas Brady

Persone citate: Ennio Carette, Greenspan, Nicholas Brady, Sessions, Tesoro Brady

Luoghi citati: America, Bonn, Germania Dell'est, Giappone, Usa, Washington