Fundus, si riprende a pagare

Fundus, si riprende a pagare Nei prossimi giorni la Consob deciderà sulla quotazione della Scotti Fundus, si riprende a pagare Rimborso per 75 miliardi ai risparmiatori MILANO. Il ministro dell'Industria, Adolfo Battaglia, ha dato il via al piano di rimborso della seconda tranche per i crediti dei fiducianti della società Fundus, che si trova in liquidazione coatta amministrativa. Esso prevede una ulteriore liquidazione pari al 20% ai creditori chirografari ammessi allo stato passivo, per un totale di 75,3 miliardi. Intanto la Consob sta ultimando l'iter del complesso esame del dossier Scotti. La settimana prossima i risparmiatori dovrebbero sapere novità sulla riammissione del titolo. Torniamo alla Fundus. Questa tranche di rimborsi segue la prima, sempre di 75 miliardi, effettuata nel novembre 1989. A dire il vero, quando nel marzo dello scorso anno era scattato il piano di salvataggio messo a punto da Fiorio Fiorini che aveva come punto di partenza il ritorno in bonis di Eurogest con il contestuale pagamento ai fiducianti Fundus di 55 miliardi, i tempi previsti nel piano erano che i 15.000 fiducianti entrassero in possesso dell'intera somma entro la fine del 1989. Nonostante il ritardo, la nuova tranche è ai nastri di partenza, e i pagamenti awerrano attraverso il San Paolo di Torino, in modo che venga garantita la rapidità e la certezza delle operazioni. Una nota della Fundus assicura che i commissari proseguono la loro azione per acquisire alla procedura le somme necessarie a provvedere ai successivi riparti, che avverranno man mano che si renderanno disponibili altre risorse finanziarie. Il piano di salvataggio predisposto da Fiorini era partito con l'acquisizione da parte della Sasea di Eurogest e delle sue due maggiori partecipate, Singest e Scotti, per un prezzo che copriva il debito Fundus (25 miliardi la Singest e 220 la Scotti) e la rilevazione di altri debiti per circa 80 miliardi. A garanzia del piano era stato predisposto un consorzio di banche estere (era risultato difficile metterne in piedi uno italiano) composto da Paribas, Crédit Lyonnais e Credito Svizzero. Come si ricorderà, la Fundus, parte del gruppo Eurogest che faceva capo a Paolo Federici, venne dichiarata insolvente dal Tribunale di Torino ai primi dell'aprile 1988: ad essa 7000 risparmiatori avevano affidato oltre 180 miliardi. Automaticamente, lo stato di insolvenza si era esteso alle altre società controllate da Eurogest, ossia Scotti e Singest. Dopo l'insolvenza, alla fine del 1988 la Sasea era intervenuta con un piano di salvataggio che fu poi messo a punto nei mesi successivi, fino all'imprimatur del marzo 1989.

Persone citate: Adolfo Battaglia, Fiorini, Fiorio Fiorini, Paolo Federici

Luoghi citati: Milano, San Paolo, Torino