Cade il segreto contro il denaro sporco

Cade il segreto contro il denaro sporco Si va verso l'armonizzazione delle leggi bancarie e una forte cooperazione internazionale Cade il segreto contro il denaro sporco Quindici Paesi sono d'accordo per combattere il riciclaggio LONDRA. Limitare il segreto bancario per combattere il riciclaggio di denaro sporco. E' la proposta di un gruppo di studio formato dai rappresentanti di 15 paesi occidentali. Lo scopo è responsabilizzare le banche facendo in modo che controllino i loro clienti e trasmettano informazioni alle autorità competenti, un metodo che è già stato adottato, tra gli altri, in Usa, Gran Bretagna e Francia. Le limitazioni del segreto bancario fanno parte di una serie di 40 proposte concordate da una «task force» creata alla riunione del G-7 dello scorso anno ad Arche, in Francia, per combattere il riciclaggio di denaro sporco. Secondo gli studi di questo gruppo i profitti dello spaccio di droga o di altre attività criminose che vengono riciclati in Europa e negli Usa ogni anno ammontano a 80 miliardi di dollari (circa 100 mila miliardi di lire). Le linee fondamentali delle proposte sono state annunciate mercoledì, durante la conferenza mondiale dei ministri sul traffico di stupefacenti. «D'ora in avanti il segreto bancario sarà solo relativo», ha detto Denis Samuel Lajeunesse, un funzionario del ministero del Tesoro francese che guida la «task force». Le proposte coprono tre settori: leggi penali, leggi bancarie e cooperazione internazionale. I codici penali verranno armonizzati per far sì che il riciclaggio sia considerato da ogni paese un reato, sia sul territorio nazionale che all'estero. Le norme bancarie verranno adeguate per obbligare le banche a controllare l'identità dei loro clienti. Questo significa che gli istituti dovranno preoccuparsi di sapere chi è il beneficiario finale di un conto e da chi arriva e a chi va ogni trasferimento di denaro. La «task force» internazionale sta pensando di adottare le tecniche già sperimentate negli Usa, dove ogni trasferimento di denaro nel sistema bancario è «etichettato» elettronicamente. Per il momento, però, questa soluzione è considerata troppo costosa e si preferisce coinvolgere più direttamente i banchieri. Le banche saranno anche ritenute responsabili per i loro rapporti con le filiali o con altri istituti all'estero o nei cosiddetti «paradisi fiscali», che possono essere una facile copertura per operazioni illegali. I banchieri non saranno trasformati in poliziotti, ha detto Lajeunesse, ma una posizione di questo genere implica che le banche non stiano più semplicemente ad aspettare una richiesta della polizia per aprire i loro registri. In futuro gli istituti di credito potranno essere considerati a loro volta colpevoli se non tra¬ smetteranno informazioni alle autorità. Per quanto riguarda la cooperazione internazionale contro il riciclaggio fino ad oggi il maggior sforzo è stato l'arresto - lo scorso ottobre - a Parigi, Londra e Tampa di funzionari legati alla Banca di credito e commercio internazionale (Bcci), che maneggiavano denaro colombiano proveniente dal traffico di droga. All'inizio di quest'anno la Bcci è stata multata di 15 milioni di dollari per aver violato le norme bancarie in Florida. Un alto funzionario statunitense che è intervenuto alla conferenza sulla droga ha poi dichiarato che le indagini sui baroni della cocaina colombiani hanno già portato al blocco di depositi bancari per 400 milioni di dollari. Robert Graham Copyright «Financial Times» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Cade, Denis Samuel Lajeunesse, Robert Graham