L'incognita di Mosca

L'incognita di Mosca L'incognita di Mosca Perché frana l'industria del greggio MOSCA. Anche gli analisti petroliferi, ormai, sono costretti a addentrarsi nei misteri del Cremlino. L'Unione Sovietica, infatti, è il maggior produttore mondiale di greggio e lo resterà ancora per molti anni. Ma, spinta da fattori politici e economici, la sua produzione sta calando e se il declino continuerà potrà avere un enorme impatto sul mercato internazionale. Ed ecco il panorama attuale: in questo periodo le prospettive dell'industria petrolifera appaiono particolarmente incerte per una minaccia di sciopero dei lavoratori in Siberia, lo Stato dove si estraggono i due terzi del greggio sovietico. L'anno scorso l'Urss ha prodotto complessivamente 607 milioni di tonnellate (circa 12,1 milioni di barili al giorno), più del doppio dell'Arabia Saudita; le sue esportazioni, circa 3 milioni di barili al giorno, sono seconde solo a quelle arabe. Ma la produzione sovietica è diminuita del 2,5 per cento nel 1989 e nei primi due mesi di quest'anno i dati ufficiali segnalano un altro calo del 4 per cento. Anche le esportazioni verso i paesi occidentali sono calate bruscamente nel 1989. Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia, il saldo netto delle esportazioni dai paesi a economia centralizzata (Europa dell'Est, paesi comunisti asiatici e Cuba) è sceso da 2,2 a 1,9 milioni di barili al giorno lo scorso anno e si prevede un'ulteriore diminuzione di 200 mila barili al giorno nel '90. Ma l'anno scorso sulla produzione petrolifera hanno inciso diversi fattori politici. La riorganizzazione e il decentramento dei ministeri sovietici che si occupano dell'industria petrolifera hanno portato molti sconvolgimenti. Inoltre gli investimenti a livello centrale sono diminuiti. Molti dei maggiori pozzi, poi, sono arrivati ormai alla fase di maturità ed al loro posto si stanno sfruttando giacimenti meno produttivi. Anche le forniture di materiale tecnico hanno subito un rallentamento, specie per i moti etnici nella zona del Caspio, dove si estrae la magior parte del petrolio. Gli analisti, però, non sono sicuri che la caduta della produzione influenzerà le esportazioni. Il petrolio infatti è la maggior fonte di valuta pregiata per l'Urss e i sovietici potrebbero quindi fare tutti gli sforzi possibili per contenere il consumo interno e aumentare o almeno mantenere costanti le esportazioni. Il problema principale, comunque, rimane quello polìtico. Forse questa volta il governo sovietico riuscirà a evitare un sciopero in Siberia. Ma come ha commentato un alto funzionario di una compagnia petrolifera «la possibilità che in quest'area ci siano incidenti che influiscano sulla domanda è assai alta e una di queste volte succederà qualcosa». [r. e. s.)

Luoghi citati: Arabia Saudita, Cuba, Europa Dell'est, Mosca, Siberia, Unione Sovietica, Urss