«Il cannone sequestrato può sparare l'atomica» di Paolo Patruno

«Il cannone sequestrato può sparare l'atomica» Lo dicono gli esperti inglesi, Baghdad nega «Il cannone sequestrato può sparare l'atomica» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'incertezza è durata poche ore: il carico sequestrato mercoledì notte dalle dogane inglesi su un mercantile diretto in Iraq può davvero essere utilizzato come canna di un supercannone in grado di lanciare un ordigno nucleare o una micidiale carica batteriologica a centinaia di chilometri. A questa conclusione sono giunti ieri pomeriggio gli esperti del Genio militare britannico chiamati a risolvere il giallo innescato dal fermo da parte dei doganieri britannici dei componenti d'acciaio dell'enorme pezzo d'artiglieria, camuffato da condotta petrolchimica, fabbricato in Inghilterra e destinato a Baghdad. Il responsabile del servizio investigativo delle Dogane, Douglas Dweddle, ha annunciato con aria trionfante che gli esperti del ministero della Difesa hanno confermato che il materiale, intercettato nel porto secondario di Middlesbrough dentro la stiva di un mercantile con bandiera delle Bermude e noleggiato dal servizio marittimo iracheno, «avrebbe davvero potuto essere utilizzato come canna di un grande pezzo d'artiglieria destinato a sparare proiettili di notevoli grandezza». Secondo alcuni esperti britannici, questo supercannone della eccezionale lunghezza di 40 metri avrebbe una gittata di settecento chilometri e potrebbe lanciare ordigni nucleari o micidiali cariche chimiche e batteriologiche contro i tradizionali nemici dell'Iraq: Israele e Iran. Per i servizi informativi americani, il regime di Saddam Hussein, forse ancora alla ricerca del pieno controllo operativo della tecnologia nucleare, possiede invece già potenti armi batteriologiche «in grado di mettere a repentaglio la sicurezza di intere città del Medio Oriente». Le prove generali l'Iraq le ha già fatte contro le popolazioni civili kurde asfissiate dai gas. Ma adesso, avvalendosi di un modernissimo impianto a Salman Pak, realizzato anche grazie alla tecnologia europeaoccidentale, il regime iracheno sarebbe in grado, sempre secon- do fonti americane, di «produrre armi che trasmettono il tifo, il colera, il carbonchio». Ora il clamoroso colpo messo a segno dai servizi informativi britannici impone un brusco stop ai programmi iracheni. E' il riuscitissimo bis della operazione condotta il 28 marzo in collaborazione con gli 007 americani che all'aeroporto londinese di Heathrow aveva portato al sequestro di 40 detonatori nucleari destinati a completare il programma atomico di Saddam Hussein. Furibonda la difesa irachena. Bagdhad continua a sostenere che il carico sequestrato è davvero costituito da materiale tubolare destinato all'industria petrolchimica. La società inglese, la Sheffield Forgemaster, che ha costruito questo enorme tubo smontabile in acciaio, ha ribadito ieri che si tratta di attrezzature per l'industria petrolchimica e ha precisato polemicamente che «il ministero del Commercio aveva controllato i disegni, le specifiche e tutto il resto del progetto». Secondo fonti ufficiose citate a Londra, la società, che pare essere in difficoltà finanziarie, potrebbe aver agito in buona fede credendo di fornire all'Iraq materiale civile. Ieri l'ambasciatore di Baghdad a Londra, Azmi el-Sahlili ha dichiarato in tv che «se questa campagna contro di noi continuerà, finirà per rivoltarsi contro gli interessi degli inglesi perchè ci indurrebbe a comprare in qualche altro Paese le attrezzature di cui abbiamo bisogno». Questa campagna, «orchestrata da circoli britannici e sionisti», secondo l'autodifesa irachena, è iniziata dopo l'impiccagione a Baghdad, il 15 marzo, del giornalista anglo-iraniano Farzad Bazoft accusato di spionaggio a favore di Israele e di Londra. Adesso, dopo le minacce esplicite pronunciate dall'ambasciatore iracheno, Londra dovrà badare seriamente non soltanto alle sue forniture economiche dirette a Baghdad ma soprattutto alla incolumità dei duemila cittadini inglesi presenti in Iraq. Paolo Patruno i

Persone citate: Azmi, Douglas Dweddle, Farzad Bazoft, Saddam Hussein, Salman Pak, Sheffield