LA MAFIA STA GIA' VOTANDO di Ferdinando Camon

LA MAFIA STA GIA' VOTANDO LO STATO ASSENTE LA MAFIA STA GIA' VOTANDO a; PPKNA ho sentito la notizia del giovane consigliere comunale (ferito in un attentato martedì, in una ; piazza di Reggio Calabria, e ucciso in un altro attentato ieri, nell 'ospedale dov'era ricoverato), mi è tornato alla mente un episodio raccontatomi da Pri1 mo Levi; un episodio curioso, al limite del credibile, in lager, diceva Levi, i direttori civili, per lo più ingegneri, si preoccupavano della vita dei loro dipendenti, anche se eran ridotti a schiavi: in un cantiere nel quale si lavorava in condizioni di pericolo, entro tombini metallici sui quali correvano fili elettrici scoperti, dopo che qualcuno aveva ricevuto la scossa, i direttori avevano subito provveduto a ricoprire i fili, per isolarli. Ripeto: in un lager. In Italia, lo Stato ha meno cura dei suoi dipendenti. A Reggio Calabria, questo ragazzo era sopravvissuto per pura fortuna a un attentato, era stato curato, stava per essere dimesso; ma nessuno si era preoccupato di garantirgli un po' di sicurezza, egli restava perennemente a rischio. Se era facile eliminarlo fin che camminava per le strade, diventava più facile adesso, che era immobilizzato in un Ietto. Non è l'unico, a trovarsi alla mercé dei nemici dello Stato. Succede sempre più spesso che pentiti della mafia o della camorra, diventati informatori della polizia, ricevano minacce per mesi e per anni, loro e i loro familiari, senza che nessuno si preoccupi di fornirgli una adeguata protezione, di fargli sentire che la loro vita è al sicuro, che si son rimessi allo Stato e lo Stato li salva. No; loro si prestano a sopralluoghi e confronti all'americana, si buttano «a corpo morto» (triste ma efficace immagine, mai così veritiera) nella lotta contro la malavita: in cambio, devono aspettarsi di Ferdinando Camon CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Ietto

Luoghi citati: Italia, Reggio Calabria