Fontana al processo

Fontana al processo Fontana al processo «Per la libertà condizionata occorre una casa che non ho» COMO DAL NOSTRO INVIATO «Sì, avevamo deciso di assaltare la banca di Rovellasca, ma all'ultimo momento abbiamo rinunciato perché in fondo non siamo dei rapinatori». Enzo Fontana e Giorgio Giudici, i due ex br arrestati il 3 aprile a Rovello Porro con una borsa carica d'armi, raccontano la loro verità dietro alle sbarre della gabbia nell'aula della corte d'assise di Como, dove ieri si è aperto il processo per direttissima. L'udienza, presieduta da Pietro Martinelli, è durata un'ora: il tempo di accogliere la richiesta dei termini a difesa presentata dagli avvocati, concedere i colloqui ai familliari dei due imputati, e aggiornare il processo a venerdì 20 aprile. Dietro al cordone dei carabinieri, con le mani strette alle sbarre, Fontana ha la faccia tirata. Racconta: «Sono entrato per primo nella banca. Avevo una pistola di plastica per passare il metal detector. A quel punto ho avuto un crollo, non paura, che mi ha impedito di superare l'ulti- mo diaframma interiore. Ho cominciato ad arretrare. Gli impiegati della banca mi stavano guardando, di sicuro avevano capito quello che stava succedendo. Noi siamo usciti e loro hanno dato l'allarme». Continua: «Stavamo ripiegando quando, a Rovello Porro, metro al cimitero, siamo stati intercettati dai carabinieri. Potevo scappare, ma non l'ho fatto». Perché? «Nessuno di noi ha voluto reagire». Come mai avevate tante armi, un fucile a pompa, una mitraglietta MI 2, 6 pistole e 200 cartucce? «Delle ar^ mi non so nulla. Le ho viste lì. Io ero in semilibertà e non ero in condizioni di procurarmele». Eravate in cinque? «Sì, in cinque. Ma i nomi dei tre che sono scappati non li faccio». Cosa risponde a chi vi sospetta di fare rapine per l'autofinanziamento a fini terroristici? «No, no, è una rapina e basta. E' il frutto di una situazione di disperazione. Con la lotta armata abbiamo chiuso». Enzo Fontana, ex Gap-Feltrinelli, condannato a 28 anni per omicidio, da 24 mesi era in semilibertà: «Ho passato undici anni durissimi in galera con il mito della libertà, ma quando sono uscito, ho ricevuto solo bastonate. Non ho un lavoro, non ho una casa. Aspettavo la libertà condizionata, ma senza un domicilio fisso non potevano concedermela». E di Francesco Bellosi, il suo «amico fraterno» che si è reso latitante, che ne pensa? «Bellosi non c'entra. E' scappato per paura. L'avrei fatto anch'io». Interviene Giudici, una condanna a 11 anni interamente scontata: «In questa società si vive da schifo. Nessuno mi ha aiutato. Il lavoro me lo hanno offerto in Svizzera. In Italia ero disoccupato». A fine udienza, dice il pubblico ministero Dolce: «La pista terroristica non l'abbiamo abbandonata». E quella del traffico d'armi con la Svizzera? «Neppure». Si dice che i carabinieri abbiano individuato a Milano 7 ex terroristi tutti resisi irreperibili in questi giorni. Sono tra loro i tre complici? A questo, per ora, il magistrato non risponde. Pino Coi iw L'ex br Enzo Fontana: «Uscito dal carcere, ho ricevuto solo bastonate»

Persone citate: Bellosi, Enzo Fontana, Fontana, Giorgio Giudici, Pietro Martinelli

Luoghi citati: Como, Italia, Milano, Rovello Porro, Svizzera