Rinviare la morte? Volendo si può di Giancarlo Masini

Rinviare la morte? Volendo si può Indagine medica Usa su ebrei e cinesi Rinviare la morte? Volendo si può SAN FRANCISCO NOSTRO SERVIZIO Fantastico e stupefacente, incredibile, ma vero: se uno vuole, e ha ragioni psicologiche profonde per essere presente ad avvenimenti importanti, può ritardare l'ora della propria morte, almeno per diversi giorni se non settimane. Ciò fino a questo momento è stato provato (e quindi vale) per gli ebrei e per i cinesi, ma si può pensare che una simile caratteristica funzioni anche per gli altri esseri umani che non hanno gli occhi a mandorla e che non discendono da Abramo. L'eccezionale scoperta, frutto di un'accuratissima indagine condotta da due studiosi dell'Università di California a la Julia (San Diego), è stata pubblicata ieri sul Jama, l'organo ufficiale della Società americana di medicina ed ha suscitato il più vivo scalpore, sia in sede scientifica, sia nell'opinione pubblica. La ricerca è stata condotta dai dottori David Phillips e Daniel Smith sulle donne cinesi di età superiore ai 75 anni residenti in California, e sugli ebrei maschi della stessa età, anch'essi abitanti nella West Coast. Gli studiosi hanno compiuto una precisa analisi via computer sui decessi avvenuti fra il 1960 e il 1984 nel periodo di ventiquattro settimane che includono le celebrazioni cinesi dell'«Harvest Moon Festival». Si tratta di uno degli avvenimenti più importanti della tradizione cinese che si sviluppano per vari giorni e festeggiano le raccolte agricole e la Luna. Nel corso della festività le donne occupano un posto centrale nelle varie celebrazioni e in particolare le più anziane della famiglia sono onorate e sono oggetto delle più cospicue manifestazioni di affetto e di riconoscenza. Bene, nei periodi precedenti il festival (cui evidentemente le donne tengono motyo) il numero delle morti scende del 35,1 per cento, rispetto alla norma, mentre nei giorni successivi al festival il numero delle donne che muoiono aumenta del 34,6 per cento. Fatto interessante è che la data del festival varia di anno in anno, ma le percentuali delle morti prima e dopo il festival, rimangono quelle indicate. Sul piano scientifico, come ha messo in rilievo Cecil G. Sheps professore in medicina sociale dell'Università della North Carolina, ha un significato di grande valore. Per quanto riguarda gli ebrei, le festività prescelte per rilevare le statistiche dei decessi prima e dopo le celebrazioni sono quelle del «Passover», la Pasqua ebraica, uno fra i più importanti festeggiamenti biblici che si svolgono per sette giorni e che servono a ricordare l'esodo del popolo ebraico dalla schiavitù d'Egitto. Le statistiche dimostrano variazioni minori nel numero dei decessi rispetto a quelle rilevate per i cinesi, comunque sono cifre estremamente significative: prima della Pasqua il numero dei morti scende del 24 per cento, rispetto alla norma e risale altrettanto a feste concluse. Quali siano i meccanismi biologici e fisiologici che determinano simili fenomeni non sono stati ancora individuati ma è certo - hanno sottolineato i due autori della ricerca cui hanno fatto eco altri studiosi con commenti molto positivi che in questi individui entra in funzione il fattore psicosomatico della volontà di essere presenti agli avvenimenti per loro tanto importanti. Insomma, ha detto il Dr. Phillips, è come se si potesse dire alla morte di aspettare qualche giorno. Un esempio storico sarebbe quello di Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, autore della Dichiarazione d'indipendenza americana, firmata il 4 luglio 1826. Jefferson morì esattamente a 50 anni di distanza, dopo aver chiesto al medico se era proprio il 4 luglio. Ottenendo una risposta affermativa, disse: «Bene, allora è venuto il momento». Il fatto non deve meravigliarci troppo, perché da tempo è noto alla medicina che «psiche» e «soma» interagiscono notevolmente, mentre ogni medico sa che non c'è peggior malato di quello che non vuol guarire e di contro il desiderio di vivere e l'ottimismo dei pazienti talvolta ha più effetto dei farmaci. Certo - ha detto un collega dei ricercatori californiani - sarebbe bello se, una volta scoperto il meccanismo di azione del rinvio della morte si potesse imparare a ritardarla, per molti anni. Ma ciò, per ora, è solo fantascienza. Giancarlo Masini

Persone citate: Cecil G., Daniel Smith, David Phillips, Jama, Moon Festival, Phillips, Thomas Jefferson

Luoghi citati: California, Egitto, North Carolina, San Diego, San Francisco, Stati Uniti, Usa