Gorbociov spinge al mercato

Gorbociov spinge al mercato Riforme Urss Gorbociov spinge al mercato MOSCA. «Il passaggio all'economia di mercato andrà incontro a una fortissima opposizione», Leonid Abalkin, vice primo ministro dell'Urss e artefice, della riforma economica sovietica, è convinto che il suo progetto non avrà vita facile. «L'opposizione arriverà sia dalla massa dei lavoratori che risentiranno delle misure adottate, sia dall'apparato. Questa è la realtà e non c'è modo di evitarla, bisogna solo affrontare i problemi». Secondo Abalkin il pacchetto di misure spingerà verso l'alto i tassi di interesse, diminuirà l'offerta di moneta e farà aumentare gli stipendi e i prezzi, ma senza «effetti negativi sulla popolazione». Il vice primo ministro ha anche fatto capire che in Unione sovietica potrebbe sparire la norma che proibisce ai privati cittadini di assumere dei lavoratori dipendenti - un situazione che ad ogni modo lo stesso Abalkin ha di recente definito come «lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo» - per adottare delle regole più permissive in modo che «i lavoratori possano partecipare alla gestione e al'amministrazione delle aziende». La riforma comprenderà anche una legge sulle società a capitale misto: Abalkin ha detto che lo Stato manterrà più del 50% delle azioni ma non ha precisato se queste regole si applicheranno a tutte le società. Parlando al Soviet supremo Abalkin ha chiarito che sulla sua testa e su quella dei suoi colleghi si abbatterà la tempesta del malcontento popolare. A differenza di quanto è avvenuto in Polonia, ha detto, il governo sovietico non può contare sul sotegno della popolazione e anzi bisogna prevedere «una reazione negativa» quando saranno introdotte le nuòve misure. «Dobbiamo fare dei sacrifici, non c'è altra via», ha affermato il vice primo ministro. Ma un certo sostegno, comunque, potrà venire da «gente coraggiosa, dotata di spirito di iniziativa e capacità imprenditoriali. Faremo affidamento su di loro». Secondo Abalkin la decisione di rendere più rapido il passaggio «a un'economia di mercato regolamentata» è stata presa perché i progetti fatti in precedenza per aumentare la produzione di beni di consumo utilizzando i sistemi di controllo tradizionali sono falliti. «Tenere il piede in due staffe è impossibile. Adesso che la scelta è stata fatta dobbiamo andare avanti verso il mercato», afferma Abalkin. A suo parere la situazione dell'istruzione, dell'industria e delle ferrovie è «disastrosa» mentre l'agricoltura è «un macello». L'economista critica con amarezza le Repubbliche, come l'Ucraina o il Tazakistan, che hanno ordinato alle aziende di vendere i loro prodotti solo su territorio della repubblica, in dispregio delle leggi sovietiche. «E' una posizione destinata a a dividere il Paese in tanti feudi, mentre la legge è studiata per un singolo mercato nazionale». Abalkin ha fermamente escluso che la riforma monetaria andrà di pari passo con quella economica ed ha smenti' to le voci che danno per immi nente la convertibilità dèi rublo.«Più un economista conosce la situazione sovietica, più cercherà di ritardare il momento della convertibilità». JohnUoytS Copyright «Financial Times» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Abalkin, Leonid Abalkin

Luoghi citati: Italia, Mosca, Polonia, Ucraina, Unione, Urss