FUTURO GIALLO di Renata Pisu

FUTURO GIALLO FUTURO GIALLO Un cuore antico ispira il miracolo del Giappone FORSE è vero che per capire il Giappone l'unica è affidarsi agli antropologi: non agli storici che elencano date e avvenimenti cercando di inserire nella comune vicenda mondiale gli eventi di un arcipelago che fino a poco più di cento anni fa ha vissuto in quasi totale isolamento. E nemmeno servono tanto gli economisti che per spiegare il recente successo del Giappone sono costretti a rivedere le loro più radicate convinzioni sui fattori dello sviluppo; peggio ancora, se mai propongono di imitare il modello giapponese non fanno che recitare parole magiche, moderni abracadabra il cui senso risulta incomprensibile nelle culture occidentali. L'antropologo invece fa un lavoro più di fino, ricuce le relazioni che collegano l'oggi al passato, proprio come ha fatto cinquantanni fa Ruth Benedici la quale, su commissione del governo degli Stati Uniti che voleva capire la natura del suo misterioso e tenace avversario, compi uno studio sui modelli di cultura giapponese poi pubblicato con il titolo /'/ cri santrrno e la spada che resta un libro prezioso ancora oggi. Ora è appena uscito Mi Rai di Antonio Marezzi, docente di antropologia culturale a Padova, e il fatto che l'approccio antropologico al Giappone possa essere il più valido trova ancora conferma: l'occhio dell'addetto a questa disciplina che si interessa degli uomini e del loro agire e interagire non trascura nessun comportamento. Dare giudizi di valore non lo interessa, opporsi alla stupidaggine di certi stereotipi si. Antonio Marezzi in Giappone ha svolto ricerche per quattro anni, interessandosi soprattutto a due aspetti della cultura giapponese e cioè al modo in cui sono concepiti il tempo - tempo degli uomini, degli spiriti e della società - e lo spazio che è organizzato secondo segni di demarcazione spesso soltanto simbolici ma che delimitano non solo funzioni ma anche la differenza tra spazio sacro e spazio profano, tra quello che è giapponese e quello che è occidentale. Il tempo e i cicli principali della vita sono così descritti secondo la scansione precisa dei riti che danno una misura uniforme e collettiva del tempo; lo spazio invece si articola e si ideologizza con divisioni pregnanti di significato simbolico che possono essere tendine, paraventi, pietre legate con una corda, sbalzi di livello all'entrata delle case. Soffermandosi a descrivere nella loro quotidiana applicazione fenomeni e comportamenti che a un osservatore superficiale del moderno Giappone possono sfuggire o apparire marginali rispetto ad altri più appariscenti, Marez¬ zi ha inteso fornire degli indicatori per cercare di comprendere una condizione umana lontana dalla nostra e che rifiuta costantemente l'omologazione al modello occidentale. Così i giapponesi di oggi è come se vivessero a due dimensioni, adeguandosi alla modernità i cui canoni esteriori e formali rispettano con puntigliosa precisione, soltanto quando e come vogliono, cioè secondo la propria concezione di tempo e spazio che ha assegnato al modo di vita all'occidentale ambiti precisi e che si rifa a principi informatori delle azioni sociali antichi e tuttavia in perenne divenire. Il libro si intitola Mi Rai, che in giapponese vuol dire futuro, e ha per sottotitolo In Giappone il futuro ha un cuore antico. Quanto antico?, ci si domanda. Così antico, risponde Marazzi, che non si serba nemmeno la memoria delle origini perché, nota l'autore, «la tradizione - il passato - non è qualcosa che si accumula alle spalle con il trascorrere del tempo: come nel caso dei tempi di Ise ricostruiti a intervalli regolari, è qualcosa che viene riattualizzato di continuo». Privilegiare il fluire e l'impermanente non ha portato così la culture giapponese all'oblio delle proprie origini che rimangono sempre immanenti, non sono considerate mi lascito del passato ma vengono sempre riproposte come riattualizzazione della condizione umama. Più che dal passato è dunque da una concezione particolare e unica della dinamica culturale che il Giappone riesce a trarre la propria sorprendente energia: con meticolosa precisione fasi e zone sono separate e, internamente, fissano e mantengono i propri valori e significati di modo che, scrive Marezzi, «non vi è bisogno di stabilire forti nessi di continuità e coerenza: il nuovo non mette in discussione il passato, lo supera in una dinamica che e interna allo stesso sistema di riferimenti culturali». La fonte dalla quale viene tutta l'energia che il Giappone oggi sprigiona e che lascia interdetti gli occidentali, come se il Giappone avesse un segreto che garantisce il successo e che bisognerebbe svelare, starebbe quindi unicamente in questa concezione fluida e allo stesso tempo estremamente rigorosa di spazio e tempo che ! consente passaggi rapidissimi da una visione tradizionale alle posizioni più avanzate. Cosa che è successa nei tempi della storia e che succede oggi, per ogni singolo giapponese, nell'arco breve della giornata. Renata Pisu Antonio Marazzi Mi Rai Sansoni pp. 230. L 29.000

Persone citate: Antonio Marazzi, Antonio Marezzi, Marazzi, Ruth Benedici