Insegnare «la sicurezza» è diventato un business

Insegnare «la sicurezza» è diventato un business L'ombra del sequestro sempre presente fra i manager chi ha già impianti di protezione, perché — continua Roberto Rossi che dispone di un'avviata scuola per manager e guardaspalle in Val di Lanzo — il tempo allenta la tensione e la fastidiosa tutela con cui l'uomo importante deve abituarsi a convivere lo porta a cercare un'amicizia con chi lo deve proteggere, e questo può diventare un tallone d'Achille». A parlare di sicurezza sono in molti, tante sono le società che operano in questo settore. Un grande business. C'è l'apporto di molti ex: ufficili dei carabinieri e funzionari di polizia che hanno accumulato esperienza in tanti anni d'attività, ma non basta. Ci vogliono uomini giusti, atleticamente preparati, istruiti, coraggiosi. Anche chi è esposto al ricatto necessita di un'istruzione, non può essere un soggetto passivo. Ognuno deve saper affrontare il pericolo con intelligenza e determinazione. La fobia è cattiva consigliera. Insegnare «la sicurezza» è diventato un business TORINO. Il perìcolo di finire nelle munì di una bandii di sequestratori e sempre presenta Ir.i i nomi di spicco della finanza o dell'imprenditoria E quasi lutti sono preparati, si servono di espeni tLa notizia che nomi di primo piano dell'industria fossero annoiai: su un taccuino di rapinatori arrestati in Svizzera non ha turbato i sonni dei miei clienti», commenta con ironia Koberto Rossi maestro di dili-sa Per loro e per gli uomini preposti alla loro sicurezza, in quanto soggetti «a rischio», le necessarie misure precauzionali sono sempre in atlo. L'episodio risale a settembre, quando, dopo una rapina ad un distributore di Bnssago, venne arrestalo, insieme a due coni piici calabresi, Luigi Rotterdam In tasca aveva un taccuino su cui comparivano noti nomi dell'industria italiana e i gendarmi svizzeri informarono subilo il comando carabinieri di Milano. Tra quei nomi non c'era quello di lmerio Tacchella ma fra molti altri quello di Camilla Ferro, 19 anni, figlia di un altro industriale, scomparsa nel novembre '88 all'uscita da scuola e ritrovata nel giro di un giorno nella casa di montagna della famiglia. Si sospettò fosse uno dei tanti sequestri lampo non denunciati ma la famiglia l'ha sempre smentito. Con il nome e il telefono della famiglia Ferro, titolare di una grossa industraia di fertilizzanti, c'era però anche la piantina della loro villa di Caldiero (hanno da poco traslocato), lo stesso paese dei Tacchella e dove ha sede la fabbrica di jeans Carrera. Un'analogia certamente più che significativa per gli inquirenti. E proprio su quest'ultimo sequestro Roberto Rossi ha qualcosa da dire: «La sicurezza è trascurata proprio da coloro che sono più facilmente esposti al ricatto. I grandi capitani d'industria sono più sensibili, mentre si dimostrano incauti proprio coloro che raggiunta la ricchezza, tutti presi dall'impegno per il lavoro finiscono di non considerare i rischi che la loro scalata sociale comporta». Per un esperto come lui ha dell'incredibile permettere ad una ragazzina di otto anni di uscire sola per comprarsi la merenda. Sulla scrivania tiene molti libri che trattano problemi di sicurezza. Sono quelli che usava quando preparava i reparti speciali della pubblica sicurezza. Testi sull'antiterrori¬ smo e le arti marziali. Ma anche libri di psicologia, di filosofia. E per difendersi, in mancanza di una sufficiente tutela da parte dello Stato, non rimane che il vecchio detto: aiutati che il ciel ti aiuta e vale «anche per Alessandro Rigaldo

Persone citate: Alessandro Rigaldo, Camilla Ferro, Carrera, Luigi Rotterdam, Roberto Rossi, Tacchella

Luoghi citati: Caldiero, Milano, Svizzera, Torino