Il processo nelle mani del postino di Pierangelo Sapegno

Il processo nelle mani del postino A Lucca rinviata l'udienza per l'assassinio della Versilia: non arriva un documento Il processo nelle mani del postino Manca la cartella clinica di uno degli imputati, ex carabiniere Il presidente: «Un fax? Il numero dell'ospedale militare è segreto» LUCCA DAL NOSTRO INVIATO La Corte aspetta il postino. E allora il processo si ferma, come in una farsa incredibile, rinviando prima un'udienza e poi forse le altre, ogni giorno aspettando un postino che deve portare un documento importante, che tutti dicono di aver richiesto e tutti giurano di aver spedito, e che però non arriva. Al giallo della Versilia mancava soltanto questa appendice di allucinante burocrazia. Il documento conteso ò una cartella clinica, che dovrebbe poi provare o meno l'impossibilità che a uccidere l'agente immobiliare Luciano lacopi sia stato il carabiniere Carlo Cappelletti, l'amante della moglie, il giovane era stato scalciato dal cavallo mentre lo spazzolava, s'era rotto il pollice della mano destra, e aveva il braccio ingessato: da sotto il gomito, fino alla mano, con le dita lasciate libere. «La cartella noi l'abbiamo chiesta due settimane fa», spiega l'avvocato Rodolfo I/jna. «E noi abbiamo avanzato la richiesta il 4 aprile all'ospedale militare Celio di Roma», assicura Elio Nar done, presidente della Corte Eppure, la cartella non c'è E se fosse andata persa, fra i meandri delle l'oste? Che succederà di questo processo?. Luciano lacopi fu assassinato nella sua villa sopra il Forte, il lb luglio dell'anno scorso. Lo trovarono con il corpo trafitto da diciassette coltellate, davanti alla saracinesca socchiusa del garage Tre imputati, per quel delitto truce: la moglie. Maria Luigia Redoli. 51 anni; il suo ; giovane amante. Carlo Cappe! letti, di 24. ex carabiniere, e Tamara, la figlia di Maria Luigia, che ha compiuto Jfl anni I tre hanno passalo tutta la giornata insieme, dalla pensione, ai bagni, alla Bussola, diventando testimoni del loro alibi. Alle 2 di notte, hanno scoperto il cadavere rientrando a casa. Sostiene l'accusa: Cappelletti ha ucciso, istigato da Maria Luigia. Sostiene la difesa: Maria Luigia magari desiderava la morte del marito, ma non ha ucciso; e Cappelletti non poteva farlo, perché s'era rotto la mano qualche giorno prima, e aveva il braccio destro ingessato. Il documento dal Celio non è arrivato, e Elio Nardone, il presidente, allarga le braccia sconsolato: «Speriamo. Che vi posso dire? Io m'ero raccomandato che facessero il più in fretta possibile...». Ieri mattina, doveva cominciare a parlare il pubblico ministero, oggi sarebbe stato il tur¬ no della difesa. Udienza aggiornata, invece. E questa mattina la Corte comunicherà se il postino ha suonato. Così, Nardone si rivolge al giudice a latere, Michele Pesce: «A che ora arriva il postino?» Alle dieci, presidente. «Allora, ci vediamo qui alle dieci». Guarda gli avvocati, il pubblico ministero: «Voi siete pronti a parlare, se domani avremo questa benedetta cartella?» Rispondono di sì i legali, risponde di sì il pm. Gli imputati osservano in silenzio. I difensori si alzano dai banchi, e Rodolfo Lena domanda alla Corte: «Ma non potevate chiedere un fax?» La risposta del presidente è sussurrata, quasi con disagio: «Il numero del fax del Celio è coperto dal segreto militare». Pierangelo Sapegno Carlo Cappelletti è accusato di avere ucciso l'imprenditore di Forte dei Marmi

Luoghi citati: Forte Dei Marmi, Lucca, Roma