La mamma «anti-rock» si candida nel pci

La mamma «anti-rock» si candida nel pci Mentre il sindaco di Riccione (anche lui comunista) critica la chiusura anticipata delle discoteche La mamma «anti-rock» si candida nel pci Maria Belli tenta la scalata al Consiglio provinciale di Forlì BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Maria Belli, la mamma «antirock», nemica giurata delle discoteche, è il fiore all'occhiello della lista comunista per la provincia di Forlì. Dopo avere dato voce al Movimento dei genitori che in tutta la regione chiedono orari più ridotti dei locali notturni e nuove norme per la sicurezza stradale, Maria Belli tenta la scalata al Consiglio provinciale della sua città. «Sono due cose distinte. Ho sempre detto di essere comunista. Non mi si può certo imputare di avere barato». Maria Belli previene così una possibile obiezione su una candidatura tutta costruita sull'onda della campagna contro la strage del sabato sera. «Chiariamo subito: è da trent'anni che faccio politica e per diciotto sono stata assessore in Comune. Mi sono occupata di infanzia e di sa¬ nità. Dall'amministrazione pubblica mi sono dimessa appena un anno e mezzo fa. Ho accettato la proposta di essere presentata in Consiglio provinciale perché ritengo di potere dare ancora qualcosa. In particolare, per risolvere i problemi delle donne e dei giovani». Continuerà ad occuparsi degli orari delle discoteche? «Quelli spero di risolverli prima delle elezioni. Di certo mi impegnerò per favorire il tempo libero dei giovani, per un programma di educazione stradale». Spera di essere eletta? «Sì, mi sono presentata sperando di entrare in Consiglio. Corro per un partito che in questo momento è in difficoltà, ma le potenzialità di crescita sono tante. Il Movimento dei genitori l'ha dimostrato». Nonostante l'atteggiamento fiducioso, la posizione di Maria Belli non è delle più semplici. La sua battaglia contro gli orari lunghi delle discoteche non piace a tutti, neppure dentro il suo partito. «E' una posizione mammona, arretrata e semplicistica. Non la condivido. Non si può fare del paternalismo», dice ad esempio Terzo Pierani, sindaco comunista di Riccione, che dissente senza mezzi termini con la proposta di chiudere in anticipo le discoteche caldeggiata dalla mamma, futura amministratrice, forlivese. Dopo le alghe rosse e le mùcillagini, la considera l'ultimo colpo alle sorti già precarie dell'industria turistica romagnola, e il sindaco della «perla verde» della riviera non vuole discutere di orari. «E' un falso problema. Sono altre le questioni di cui dovremmo occuparci noi sindaci della costa». Pierani le elenca puntigliosamente. In cima a tutte c'è quella dei servizi di sicurezza stradale. «In estate arrivano milioni di persone, ma nessuno si sogna di potenziare la vigilanza. Si perpetua il blocco degli organici dei Comuni, con il bel risultato che a Riccione oggi abbiamo 40 vigili urbani in meno rispetto a due anni fa e che alle 22 i semafori vengono spenti. Le pattuglie in servizio sono al massimo due a notte per controllare 200 mila persone». Pierani ha la solidarietà dei colleglli del circondario riminese, ma l'opposizione irriducibile dei genitori e della sua compagna di partito. «La proposta di chiudere in anticipo le discoteche non è frutto di emotività - replica Maria Belli -. Nel proporla, abbiamo tenuto conto delle esigenze dei giovani. Non è un caso che gli incidenti avvengano dopo le quattro della mattina. A quell'ora, il fisico è più provato, la mente meno lucida». Marisa Ostolani

Persone citate: Maria Belli, Marisa Ostolani, Pierani, Terzo Pierani

Luoghi citati: Bologna, Forlì, Riccione