Fra tre anni arbitrare diventa un lavoro di Massimo Gramellini

Fra tre anni arbitrare diventa un lavoro Decisione storica della Federcalcio, passa la linea-Boniperti: solo fischietti professionisti in serie A e B Fra tre anni arbitrare diventa un lavoro La svolta voluta dalla Fifa ROMA t'arbitro diventa un lavoro. Meglio: lo diventerà dalla Stagiono 1993 94. Meglio, ancora: dovrebbe diventarlo. E già, perche il progetto varato ieri dalla Federcalcio. con una decisione che il presidente Malarnese non ha esitato a definire • storica», rischia di impalila nursi in problemi difficilmente risolvibili. La prima, autentica rivoluzione calcistica del dopoguerra ha la faccia dilatala dalla gioia cii Giampiero Boniperti, che lascia il Consiglio Federale alla line del primo tempo, come se fosse ìi una partila della Juve. Da quando ha abbandonato il limone del transatlantico bianconerò, il geometra di Barehgo non raccoglie che allori: prima la nomina a capo-delegazione dei Mondiali e adesso il riconoscimento di una sua antica bai taglia, a sostegno delia quale aveva recentemente prodotto insieme all'ex arbitro padovano Bigi - un dettagliatissimo dos m.r «Sono contento dice Sapete che a me piace il profes sionismo In tutti i settori» Espressioni meno entusiaste albergavano sui visi dei consiglieri più conservatori. Per loro la pillola di Matarrese sarà du ra da digerire A tarda sera il presidènte della Federcalcio annunciava al mondo la grande •Milizia «Mi sono convinto dopo i recenti contatti col segretario della Fila. Hlatter. Abbiamo la fortuna di avere una grande i lasse arbitralo, toccava a noi aprire per primi al professioni•.imi L'obiettivo è dare più certezze agli arbitri». Il colloquio decisivo con Bluttcr si e svolto dieci giorni là a Tirrenia, durante il raduno dei fischietti di Italia'90. Il mediocre stalo di fonna dei prescelti, denuncialo dallo stesso Blatier. avrebbe convinto i vertici della Fila a puntare sul professionismo. Ma simili esperimenti, in passalo, avevano già conosciuto l'onta del fallimento in diversi paesi sudamericani. Ci voleva un nuovo apripista, coraggioso e dal prestigio calcistico indiscusso. L'Italia si è dichiarata disponibile all'opera /.ione. 11 progetto di Matarrese prevede tempi lunghi e un passaggio obbligato: il 31 dicembre 1990, data entro la quale i vertici dell'Aia dovranno presentare al Consiglio Federale uno studio approfondito. Matarrese ha giustificato la rivoluzione con la congestione dell'attività arbitrale, dato che ormai non si fischia più soltanto la domenica, ma anche quasi tutti i mercoledì. «Per molti c'è il rischio di perdere colpi anche sul lavoro, il loro vero lavoro». Ed eccoci al punto-chiave. Ma turrese e i due leader dell'Aia Cainpanalai e Lombardo rifiutano quelle che essi stessi chiamano «soluzioni ibride». No, quindi, ad arbitri professionisti a mezzo servizio. Dal 1993 chi vorrà dirigere partite di serie A e B dovrà sottoscrivere un contratto esclusivo con la federazione. Quelli che non se la sentono, continuino pure a fare i veterinari o gli assicuratori: arbitreranno le serie minori. Ma lo stesso Campanari ha ammesso che, di fronte a un simile bivio, non avrebbe abbandonalo l'impiego presso l'azienda paterna per dedicarsi solo al calcio. 11 rischio è quindi che gli Agnolin del Duemila arbitrino il Trani, mentre JuveMilan venga aftidala ad arbitri non più bravi, ma solo meno inseriti nella vita civile degli al tri. Ci vorrà, allora, una miriade di aggiustamenti e di distinguo: non tutti i contratti avranno la stessa lunghezza e meri che mai la medesima retribuzione (per i «big» già si parla di dieci milioni al mese). Occorrerà incentivare gli arbitri bravi a varcare il Rubicone del professionismo, garantendo loro un trattamento economico elevato e sbocchi interessanti, anche a livello di pensione, per il dopo-carriera. Al riguardo, già si pensa a un riciclaggio dei «prof» a fine contratto (o a contratto non rinnovato perchè scadenti) in un'università degli arbitri, che dovrebbe preparare i fischietti del futuro. Ma ritorna il dilemma precedente: quale ragazzo in età di impiego si sentirà di investire il suo futuro su una professione a strettissimo numero chiuso (non più di 42 professionisti fra A e B) e svolgibile soltanto molti anni dopo? Si profila quindi fin da ora una soluzione di compromesso, adombrata ieri dallo stesso Matarrese: «Chi ha un negozio in cui lavora la moglie potrà occuparsene nel tempo libero. E chi ha uno studio professionale potrebbe affidarlo ai suoi colleghi. Per certi mestieri, poi, come quello di insegnante di educazione fisica, non ci sarebbe nessuna incompatibilità con l'attività arbitrale». Tutti dilemmi che la commirsione istituita da Cam panati e Lombardo è chiamata a chiarire entro il 31 dicembre. Massimo Gramellini Due immagini emblematiche di arbitri «al lavoro». Accanto, Pietro D'Elia sotto Rosario Lo Bello

Persone citate: Agnolin, Campanari, Giampiero Boniperti, Matarrese, Pietro D'elia, Rosario Lo Bello, Rubicone

Luoghi citati: Italia, Roma