Polemica nel governo sulla riforma del reato di peculato

Polemica nel governo sulla riforma del reato di peculato Il pri: un pasticcio giuridico Polemica nel governo sulla riforma del reato di peculato ROMA. E' polemica tra repubblicani da una parte e democristiani e comunisti dall'altra, sull'approvazione al Senato in via definitiva, ma con un voto che ha spaccato le forze della maggioranza, della riforma dei reati di corruzione, commessi contro la pubblica amministrazione. In una nota La Voce Repubblicana definisce «incomprensibile la fretta con cui un'ibrida maggioranza comprendente de e pei ha voluto ad ogni costo ripristinare in aula il testo votato dalla Camera, cancellando al più presto il reato di peculato per distrazione, sottraendo molti politici locali alla giustizia proprio alla vigilia delle consultazioni amministrative». «Ed è stato, poi, inopinatamente respinto senza alcun motivo plausibile - prosegue l'organo del pri - l'emendamento opportunamente proposto a nome del governo dal ministro di Grazia e Giustizia, Vassalli, al fine di equiparare le pene del pubblico ufficiale corrotto a quelle del corruttore». «Ci troviamo di fronte a quello che di primo acchitto appare solo un pasticcio dal punto di vista tecnico e giuridico - conclude 1m Voce - ma che in concreto potrebbe rivelarsi anche un grave imbroglio ai danni dell'opinione pubblica. Si tratta, comunque, di un episodio che lascia fortemente perplessi e di cui de e pei portano integralmente la rcsponsubilìlà». Di segiìo opposto è la replica di democristiani e comunisti il capogruppo de al Senato Nicola ' Mancino ha respinto l'accusa di | «lassismo» avanzata da alcuni ! organi di stampa, «perché è frutto di disinformazione o di una lettura superficiale del lo| sto Non c'è stato alcun arretru- mento, ma. al contrario, la so glia di punibilità dei reati dei "colletti bianchi" è stata resa più ampia e le pene sono ora più pesanti». Il senatore democristiano ha poi precisato che sono stati cancellati i reati di distrazione dei fondi e di interesse privato in atti d'ufficio, «perché i loro contenuti erano troppo generici ed incerti, e spesso sono stati fonte di ingiustizie sostanziali». A sua volta il senatore pei Nereo Battello, relatore del provvedimento a Palazzo Madama, ha dichiarato: «Non meraviglia dei radicali e degli indipendenti di sinistra che neppure alla Camera avevano votato a favore, meraviglia, invece, la posizione di chi, come i socialisti e i repubblicani, aveva votato a favore del disegno di legge appena qualche settimana fa». Il parlamentare comunista ha definito «del tutto infondate e pretestuose le polemiche su presunti colpi di spugna preelettorali per salvare amministratori pubblici Né si comprende come ciò sarebbe potuto avvenire poiché questa legge deve essere ancora promulgata dal Capo dello Stato ed entrerà | in vigore 15 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale». A suo parere la riforma non ' comporta l'abrogazione secca i dei reati di peculato per distra | zione od interesse privato in at | ti d'ufficio. «La verità - conclude Battello - è che le condotte penalmente nlevanti transitano nel nuovo reato di abuso d'ufficio che punisce anche il semplice abuso indipendentemente dal verificarsi del profitto o del danno. Vi è addirittura un'nnlicipuzinno della soglia di punibilità per i comportamenti di favoritismi), affarismo, prevaricazione». |p. I. f.l

Persone citate: Mancino, Nereo Battello, Vassalli

Luoghi citati: Roma