Ferrovie, a un passo dalla rottura di Gian Carlo Fossi

Ferrovie, a un passo dalla rottura Nuovo incontro lunedì: per i sindacati scioperi inevitabili se l'azienda non cede Ferrovie, a un passo dalla rottura Schimberni conferma: su questa base non tratto ROMA. La vertenza per il rinnovo del contratto dei 207 mila ferrovieri sta scivolando rapidamente verso la rottura e gli scioperi. Ieri, nell'atteso incontro con le organizzazioni confederali e autonome, l'amministratore straordinario dell'Ente Schimberni ha confermato il suo voltafaccia rispetto alla piattaforma sindacale, giudicata in un primo tempo «praticabile». La reazione è stata immediata: respinto duramente l'atteggiamento dell'azienda, è stato lanciato un appello alla categoria per una pronta ed estesa «mobilitazione» in vista di massicce agitazioni da attuare subito dopo la tregua pasquale. Se in un altra riunione fissata per lunedì Schimberni non "farà marcia indietro su tutto il fronte (compresi i rapporti con i Cobas dei macchinisti, ricevuti ieri sera separatamente, sia pure in una saletta modesta, invece che nella grande aula delle riunioni), le trattative saranno interrotte e si metteranno ' <oto le iniziative di lotta. Nel frattempo, i Cobas dovranno valutare la situazione e decidere la ripresa o meno del programma di astensioni (quattro giorni) già deliberato e poi revocato dopo la loro convocazione per il negoziato sul rinnovo contrattuale. Ma già ieri la federazione trasporti della Cgil ha chiesto ai probiviri l'espulsione di Ezio Gallori, coordinatore del movimento, ritenendo inconciliabile il suo comportamento dissenziente e contestatore con la conservazione della tessera della Confederazione. Entrando nel merito della piattaforma unitaria, Schimberni ha presentato ufficialmente una proposta economica, che è stata giudicata assolutamente insufficiente dai sin¬ dacati. L'Ente, ha detto l'amministratore straordinario, è disposto a spendere per il contratto '90-'92 4500 miliardi, contro i 5600 indicati nella piattaforma dei lavoratori. Ciò significa che, al netto dei trascinamenti (contingenza e automatismi), il costo reale del rinnovo sarebbe di 2 mila e 637 miliardi contro i circa 4 mila della piattaforma, ossia pari al 67,5% di essa. In particolare, secondo l'En¬ te, gli aumenti degli stipendi tabellari corrisponderebbero al 60% di quelli chiesti dai sindacati: in media, 150 mila lire mensili contro le 256 mila lire indicate nella piattaforma. Il pagamento avverrebbe in tre tranches annuali della stessa entità a partire dal 1 gennaio 1990. Più complesso l'aspetto della rivalutazione delle competenze accessorie (turni, festivi, diarie...) e del contratto integrati¬ vo. L'azienda apparentemente accetta la richiesta sindacale di una maggiorazione di 180 mila lire medie mensili per le prime e di 150 mila lire per il secondo, per un totale di 330 mila lire, ma scagliona i benefici economici in tre anni: 25% nel primo anno (da giugno), 25% nel secondo e 50% nel terzo dal giugno 1992. Il risultato praticodell'operazione sarebbe uno scarto del 50% rispetto alla piattaforma sindacale. A questo si aggiunge la richiesta da parte di Schimberni di un aumento di produttività nella misura del 27% nel triennio, al quale viene collegata strettamente la riduzione di 28 mila 700 posti di lavoro (solo 300 in meno in confronto del piano originario), di cui 6 mila 700 come normale turn-over e gli altri 22 mila suddivisi tra 15 mila pre-pensionamenti volontari di idonei e 7 mila di inidonei. Sul come intende gestire le relazioni sindacali, l'ammistratore straordinario - precisa il segretario generale della Uiltrasporti, Aiazzi - è rimasto nell'ambiguità e tanto meno ha dato risposte sui diritti di partecipazione del sindacato ai processi di ristrutturazione aziendale e sul modo di portare avanti il confronto con i Cobas. Il sindacato, quindi, «non poteva che fare valutazioni nettamente negative». Aiazzi sottolinea che, se l'Ente resterà arroccato su tale posizione, la cate goria dovrà essere subito consultata «per definire modalità e forme di lotta che colpiscano l'Ente e penalizzino il meno possibile i cittadini, tenuto con lo che si sta preannunciando una battaglia lunga e difficile nella quale è necessario avere alleata l'utenza». Nell'incontro con i Cobas, Schimberni ha confermalo il principio dell'unicità del contratto di lavoro dei ferrovieri. Ha anche precisato che le controparti dell'Ente sono le orga nizzazioni confederali e l'unto noma Fisafs, sottoponendo la delegazione dei ribelli ad una autentica doccia scozzese. In una breve pausa, Gallori ha commentato: «Il primo round e andato decisamente male». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Aiazzi, Ezio Gallori, Gallori, Schimberni

Luoghi citati: Roma