Dalle urne ossigeno per Atene di Giuseppe Zaccaria
Dalle urne ossigeno per Atene La Grecia alla vigilia del voto: nuovi protagonisti si affermano nei sondaggi Dalle urne ossigeno per Atene La città muore di smog, Verdi in ascesa ATENE DAL NOSTRO INVIATO A sentirne parlare, è quasi inevitabile l'associazione a tutta una serie di miti: Atene e il Partenone, Atene e l'Età di Pericle, Atene e il «Nefos», la Nube. Ma a vederla, quella nube, ecco che qualsiasi suggestione si stempera. Questo non è un frammento di leggenda ma un incombente, oppressiva realtà. Vista dal basso, dalla piazza del Parlamento, la giornata sembrava limpida, solare: adesso dalla collina di Likavitos la «nube» si distingue con impressionante concretezza. E' una coltre grigio-azzurra che copre a perdita d'occhio la città, un annuncio di temporale steso in permanenza su questa sterminata periferia divenuta metropoli. «Di Milano e del suo smog voi parlate da anni: ad Atene, i pochi rilevamenti compiuti hanno dimostrato tassi di inquinamento superiori». Marina Disi, unico deputato «Verde» al Parlamento, non ha bisogno di forzature per cavalcare la battaglia ecologista. «La Grande Atene - spiega - soffoca 4 milioni di abitanti con una cintura di piccole fabbriche per le quali depuratori e filtri semplicemente non esistono. La città è affondata fra due catene montuose: basta che il vento spiri dal mare per tra¬ mutare la valle in una specie di serra». Tra i sondaggi pre-elettorali, qualcuno accredita agli ecologisti un'affermazione clamorosa: dal seggio attuale a 5, forse addirittura 6. La loro propaganda, rispetto alle invettive che si scambiano i maggiori leaders, è quasi sommessa. Ma in fondo si alimenta da sola, ad ogni incrocio: basta attendere il momento dell'attraversamento pedonale. Dura non più di 25 secondi, il «verde» per chi attraversa. Costringe a «slalom» tra file mugghiami di veicoli, che si contendono i centimetri a colpi di paraurti. Dicono siano più di un milione e mezzo, le auto che circolano nella Grande Atene. Moltissime senza targa: alcune perché sorprese dalla polizia in sosta vietata (e private del contrassegno, con una sanzione cui la gente ha reagito ignorandola), altre perché troppo nuove. «A queste elezioni - spiegano al registro automobilistico - si sta reagendo con paura. Tutti sanno che la dracma sarà svalutata: rispondono acquistando macchine a ritmo frenetico». Gli uffici non riescono a tener dietro alle nuove immatricolazioni. E pensare che per effetto dell'imposta indiretta (l'unica vera forma di tassazioj ne, in Grecia) anche sulle auto I più normali i prelievi statali arrivano a pesare fino al 120 per cento. Per effetto della paurosa moltiplicazione delle aliquote, una «Range Rover» qui costa quasi mezzo miliardo. Sarà per questo che non se ne vedono. In compenso, si snodano in file compatte gli autobus della «Icarus», costruiti in Ungheria, acquistati durante il governo terzomondista di Papandreu. Costano poco, sì, ma continuano a lanciare verso il cielo nuvole di fumo nero capaci, ognuna, di soffocare un bisonte. L'ecologismo, ad Atene, non è una moda ma un bisogno. Una via d'uscita che sembra balenare proprio quando le grandi, tradizionali formazioni politiche paiono avviarsi verso una sostanziale «impasse». «In tutto il Paese presentiamo cento candidati - spiega Anna Harrison, che si presenta ad Atene e nel collegio dell'Attica -. Con i 5-6 deputati che ci accreditano potremmo davvero tramutarci nell'elemento decisivo per una nuova maggioranza. Con chi? Beh, non mi dispiacerebbe "Nuova democrazia"». E' come se l'ansimante sistema greco, cercasse nelle formazioni ecologiste una boccata d'ossigeno che i bizantinismi del gioco elettorale potrebbero trasformare in brezza. Nell'ultimo governo Papandreu, una legge finanziaria ha cercato di costruire un sistema d'imposizione fiscale partendo dal basso. Ai cittadini è stata garantita una serie di sgravi in cambio di qualcosa di simile alla nostra «ricevuta». Ma nella chiave populista che è cara al «Pasok» l'iniziativa ha finito per rivelarsi troppo ampia: spinti a documentare corsi d'istruzione e acquisti di scarpe, cene al ristorante e regali, i greci hanno finito col sommergere l'amministrazione finanziaria con un mare di carte dal quale gli ispettori non emergeranno più. Burocrazia, inquinamento, tasse, debiti, spesa pubblica, lavoro «nero»: in una delle più grandi e caotiche città d'Europa sono questi gli ingredienti del «cocktail» che. prepara le elezioni. Gli ultimi sondaggi prevedono un,44 per cento ai moderati di Mitzotakis, un 42 al «Pasok», un 9 per cento ai comunisti. Davvero, in questo quadro, i «Verdi» potrebbero trasformarsi in forza decisiva. Ma intanto altri dati raffreddano gli entusiasmi. In dicembre l'inflazione tendenziale è stata del 14,8 per cento. In gennaio, del 15,9. In febbraio, del 16,5. In marzo, del 17,8. Giuseppe Zaccaria 11 leader del partito socialista greco Andreas Papandreu
Persone citate: Andreas Papandreu, Anna Harrison, Papandreu, Range
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