Un Perù senza speranze si affida al liberismo del Nobel Vargas Llosa di Claudio Gallo
Un Perù senza speranze si affida al liberismo del Nobel Vargas Llosa Favorito alle presidenziali di domani Un Perù senza speranze si affida al liberismo del Nobel Vargas Llosa L'inflazione ò volata oltre il 2 mila per cento annuo, il tenore medio di vita si è dimezzato in cinque anni, dal 1980 i terroristi hanno ammazzato 18 mila persone, prospera il traffico della coca, dilaga la corruzione, la burocrazia soffoca lo Stato. Il Perù ha bisogno di un salvatore, ma dal voto di domani uscirà soltanto un presidente. E sarà probabilmente Mario Vargas Llosa, 54 anni. Nobel per la letteratura, che combinando impegno sartriano e liberismo thatcheriano promette di raddrizzare il Paese con una terapia shock. Ma la marcia di Llosa verso la poltrona di Alan Garcia (il presidente uscente, che è riuscito in pochi anni a sperperare un'immensa popolarità), non è più cosi trionfale come pareva destinata ad essere. Il vincitore deve arrivare al 50% dei voti, un risultato che sembra fuori della portata dei candidati in lizza. Lo scrittore, a cui i sondaggi di un mese fa davano il 45%, si attesta ora sul 33. Un risultato che gli permetterebbe di vincere ma lo costringerebbe a un ballottaggio a giugno. Il comizio che ha chiuso a Lima la campagna elettorale di Vargas Llosa ha dimostrato ancora una volta il suo carisma ma anelli! i limili della sua popola rita. Nella Calcutta sudamericana, la capitale dove e stipalo un terzo degli abitanti del Paese ( 12 milioni di persone, si dice), il candidato del Fredemo, la coalizione di centro destra, ha ripro posto per l'ultima volta la sua ricetta liberista: apertura agli in vestimenti stranieri e privatizzazione delle imprese pubbli che. La siiti cura d'urto ha spaventato molti, sia tra tlos n cos» che sostengono il Fredemo (la confederazione dei commercianti gli ha tolto l'appoggio) sia tra i poveri che dovranno tirare ancor più la cinghia e non si fanno troppe illusioni sul suo programma d'aiuti sociali : Nel suo ultimo, discorso> lo ! scrittore ha attaccato có1rn» sempre l'idra della burocrazia ma ha lascialo in ombra due argomenti scottanti, droga e terrò : rismo. I maoisti di Sonderò Luminoso (grandi prolettori dei trafficanti di coca), ormai in grado di colpire in tutto il Paese, hanno indetto uno «sciopero armato» per boicottare le elezioni: negli ultimi 10 giorni sono state uccise almeno trenta persone. La lotta al terrorismo e alla droga sono stati invece il cavallo di battaglia del comizio conclusivo di Luis Alva Castro, candidato dell'Apra (Alleanza popolare rivoluzionaria americana) a cui i sondaggi assegnano il secondo posto con un 22%. Nella stessa piazza di Lima dove poco prima si gridava «Mario presidente», il candidato del partito socialdemocratico di governo ha cercato di far breccia in un Paese sfiduciato e scettico evocando crociate contro la sovversione. Non potendo il partito che ha guidato il Perù sull'orlo dell'abisso proporre ricette politiche miracolose, Alva Castro ha attaccato Vargas Llosa. «E' il candidato della destra, il candidato dei ricchi. Con lui il Paese tornerebbe indietro». Dietro Alva Castro i sondaggi mettono adesso, col 15%, un incredibile signor nessuno: Alber lo Kujimori, figlio di emigrati giapponesi, ex rettore della facoltà di Agraria all'università di Lima, ex sostenitore dell'Apra. Sconosciuto fino a pochi gioni fa, Fujimori si presenta per la li sta «Cambio 90» con un programma pressoché misterioso II suo improvviso successo (gli ul ionissimi sondaggi lo vogliono addirittura davanti ad Alva Castro) sembra l'ennesimo segno della disaffezione dei peruviani alla politica. Dietro al professore •giapponese», si dividono gli ultimi brandelli del voto i rissosi candidali delle sinistre Alfonso Banuntes (gorbacioviano di ferro che Ita lasciato Izquierda Uni da per fondare Izquierda Socia lista) ed Henry l'ime di Izquierda Unida. Ma nonostante l'incertezza delle ultime ore, la cundidalum di Vargas Llosa rimano la più so lilla Giocando tea letteratura e politica. «Le Mónde» ha scrino «Il Peni e un battello ebbro e Vargas Llosa vuole diventarne il capitano». Claudio Gallo
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