L'ex br rapinatore nelle ore di libertà

L'ex br rapinatore nelle ore di libertà Già condannato a 28 anni per omicidio uno dei due arrestati vicino a Como; fuggiti tre complici L'ex br rapinatore nelle ore di libertà Tornava in cella solo di notte COMO DAL NOSTRO INVIATO «Sono diventato rapinatore per disperazione, la politica non c'entra», ha dichiarato Enzo Fontana, 38 anni, ex brigatista militante nei Gap-Feltrinelli, una condanna a 28 anni per l'omicidio del brigadiere Lino Ghedini, e da 24 mesi in regime di semilibertà. La confessione l'ha resa martedì notte al sostituto procura lore di Conio Romano Dolce, dodici ore dopo la movimentata cattura nei campi dietro ai cimitero di Rovello Porro, un paesino in provincia di Como. Con lui i carabinieri hanno arrestato un altro ex terrorista Giorgio Giudici, 39 anni, ex di Prima Linea, ex colonna «Walter Alasia» delle Br, condannato a 8 anni per banda armata e rapina. Scontata la pena, Giudici aveva preso la residenza a Como e lavorava come autista per una ditta svizzera di Roveredo, vicino a Lugano. Gli altri tre complici sono riusciti a fuggire a piedi, infilandosi in uh bo schetto, dopo avere abbandonato una borsa di tela gialla carica d'armi. E davanti alle armi - una mi iragiietta MI2, un fucile a pompa. 5 revolver, una P38 e 200 proiettili il colonnello Montanti, comandante del gruppo dei carabinieri di Como ha ricostruito la dinamica della cattu- ra «che ci ha permesso di sventare una imminente rapina». Dove? Alla Cariplo di Rovellasca, quattro chilometri dal luogo della cattura. Lo stesso Fontana lo ha ammesso: «Sono entrato da solo nella banca per il sopralluogo. Era piena di gente. Ho avuto paura, mi sono crollati i nervi. Sono uscito per convicere gli altri a desistere. No, i nomi non li faccio. Rispondo solo di me» Ma i carabinieri dicono gAbbiaìuo .-li menti pei identificarli n qui. stiòhé di tempo». Dunque: ore dodici di maitedi piove a dirotto. Due cara biineri del gruppo di Lomazzo a bordo di un pulmino, stanno girando in perlustrazione quando notano «uno strano movimento di persone a ridosso del cimitero». I due carabinieri entrano nella stradina sterrata che lo costeggia. «Fontana si stava avvicinando ai complici camminando attraverso i campi - raccontano -. Quando ha visto la nostra auto si è messo a correre. I nostri uomini lo hanno bloccato andandogli contro con il pulmino». Dietro a un cespuglio di rovi escono allo scoperto altri quattro uomini. Giorgio Giudici ha la borsa delle armi e corre più lento. Cade. L'altro carabiniere gli è addosso, «lui ha tentato di reagire in qualche modo, con una pietra. Ma non ce l'ha fatta». Nella borsa, oltre alle armi, ci sono parrucche, baffi finti, passamontagna e tre pistole giocattolo: «Sono imitazioni perfette, fatte in plastica: le usa il rapinatore che entra in banca per primo, perché non fanno suonare il metal detector». Possibile che 5 rapinatori, in uh luogo isolato, per di più disponendo di pistole e fucili carichi siano fuggiti davanti a due soli carabinieri di 20 e 21 anni? «Possibilissimo. Sono in gamba i miei ragazzi», dice il colonnello Montanti. Possibile che la cattura sia avvenuta per caso? «Ogni tanto abbiamo anche noi fortuna». Non era controllato Fontana? «A questo non rispondo». Ieri mattina, i carabinieri hanno trovato la Fiat Panda di Fontana, la motrice del camion di Giudici e una Fiat 128 rubata nei giorni scorsi a Milano «che sicuramente serviva per il primo tratto di fuga». Che siano «rapinatori e basta», che il traffico d'armi con la Svizzera non c'entri, i carabinieri lo sostengono con certezza, almeno a parole, e hanno riaperto gli incartamenti di altre tre rapine avvenute nella zona: Mariano Comense, Saranno, Opera; bottino totale: quasi due miliardi. Il sostituto procuratore ha qualche dubbio: «Dovremo ve- rificare. Le armi hanno i numeri di matricola limati», dice. «Ma dobbiamo tenere presente che Giudici, per lavoro, faceva proprio la spola tra la Svizzera e l'Italia». C'è qualche collegamento con l'arresto dell'8 gennaio di Pasquale Esposito, il pubblicitario di Rho, fermato a Como con due Kalashnikov appena acquistati in Svizzera? «Per ora nessuno. Ma anche Esposito ha avuto una giovinezza legata ai movimenti eversivi di sinistra». Quella di Enzo Fontana è stata una giovinezza segnata du terrorismo: il 17 febbraio del 1979, fermato per un controllo a Settimo Milanese aveva sparato e ucciso. In carcere era entrato nel fronte della dissociazione, si era laureato in sociologia (la sua tesi era stata pubblicata dalle edizioni «Spirali», quelle di Armando Verdiglione) e aveva scritto il testo teatrale «Labirinto» rappresentato al Pierlombàrdo nel marzo dell'88. «Ma non sono mai riuscito a reinserirmi. Questa è la mia disperazione». Oggi la magistratura milanese avrebbe dovuto decidere sulla sua richiesta di libertà. L'altra notte, nel carcere di Como ha detto: «Se fossi lo stesso uomo di dieci anni fa non mi sarei lasciato arrestare tanto facilmente». PinoCorrias I due ex terroristi arrestati Enzo Fontana (a sinistra) e Giorgio Giudici