«Caro Arafat, ecco perché non la ricevo»

«Caro Arafat, ecco perché non la ricevo» VISITA UFFICIALE Dura protesta del governo israeliano: «Il presidente dell'Olp a Roma come un capo di Stato» «Caro Arafat, ecco perché non la ricevo» La Malfa scrive al leader palestinese che chiedeva un incontro ROMA DALLA REDAZIONE C'è un timido passo avanti nelle relazioni tra Yasser Arafat e il partito italiano più ostile all'Olp, il pri. Certo neanche in questa seconda visita a Roma il leader palestinese sarà ricevuto da Giorgio La Malfa (aveva richiesto un incontro), ma a differenza del passato il rifiuto del pri si è fatto più diplomatico e, per la prima volta, è spiegato in una lettera. Ieri, infatti, il segretario repubblicano (che ha parlato dell'argomento anche in un colloquio con Cossiga) ha inviato una lettera ad Arafat che precisa la posizione del pri sulla questione mediorientale. Il tono è misurato, ma le parole sono attente a rimarcare che la missiva è diretta ad un privato cittadino. Al «dott. Arafat» La Malfa conferma l'appoggio del pri ad Isreale, «unico esempio di democrazia nell'area medioorientale», e contemporaneamente esprime l'appoggio al tentativo di mediazione del governo Usa: «C'è bisogno — afferma la missiva — di una soluzione politica negoziata della questione palestinese secondo le linee dell'iniziativa diplomatica statunitense in atto da mesi, nella ferma condanna di ogni violenza e in un quadro di assoluta sicurezza per i diritti dello Stato di Israele contemperato dalla legittima tutela dei diritti del popolo palestinese». Una prospettiva che il segretario repubblicano sottopone a una serie di condizioni: la fine di ogni spargimento di sangue; l'individuazione di «interlocutori credibili e affidabili» che rappresentino i palestinesi. Inoltre, lanciando un segnale anche al governo italiano, La Malfa ripete la sua contrarietà all'ipotesi di un'iniziativa del nostro Paese «autonoma, rispetto a quelle in atto nelle sedi diplomatiche occidentali ed europee». Insoma, un piccolo passo avanti sul piano formale, ma nessuna concessione nella sostanza. E probabilmente non è poco per il pri, visto che ieri il governo israeliano ha protestato ufficialmente con quello italiano per la visita di Arafat in Italia. La nota, che è arrivata ieri alla Farnesina, appare nei toni più dura di quelle che il governo di Tel Aviv aveva inoltrato in altre occasioni. Tra l'altro viene sottolineato il fatto che in Italia la visita di Arafat è presentata «sullo stesso livello di una visita di Stato», un'affermazione a cui l'ambasciatore isreaeliano a Roma, Mordcchai Brory, fa seguire un giudizio negativo: «Stavolta ci sembra che si esai gerì». E' probabile, poi, che in Italia come in Francia, la visita del leader palestinese si svolga tra le proteste delle comunità ebraiche. Proteste, comunque, che non hanno impedito ad Arafat di partecipare ad un serie di incontri ad alto livello. Arafat ieri ha avuto un colloquio in un albergo di Parigi anche con l'ex-presidente americano, Jimmy Carter, incaricato di una missione ufficiosa dal presidente Bush. E in precedenza i due hanno avuto un colloquio a sorpresa con lo stesso presidente francese, Francois Mitterrand, all'Eliseo. Un incontro che non era previsto nel programma ufficiale e che fonti vicine al presidente francese mettono in relazione alle iniziative diplomatiche statunitensi. Insomma, anche il governo francese starebbe svolgendo un ruolo per «sbloccare il processo di pace» in Medio-Oriente.