Sorpresa nella dc, Mp apre a Gava di Fabio Martini

Sorpresa nella dc, Mp apre a Gava Manovre per le amministrative, Cirino Pomicino ha un piano anti-Sbardella Sorpresa nella dc, Mp apre a Gava // braccio politico di CI vuole isolare Forlani ROMA. Il faro rimane sempre lui, Giulio Andreotti, ma alle elezioni del 6 maggio i ragazzi del Movimento popolare daranno una mano anche ai candidati di Antonio Cava, leader del «Grande centro». Una mossa inattesa quella del «braccio politico» di CI, orchestrata insieme all'andreottiano Vittorio Sbardella e che è anche l'ultima tra le grandi manovre avviate in casa de in vista della successione alle tre poltrone più importanti della politica italiana: Quirinale, presidenza del Consiglio e segreteria democristiana. Da qualche settimana, sotto traccia, c'è gran fermento tra le correnti democristiane. I più inquieti sono i leader dell'unico gruppo che, dopo il congresso del 1989, ha aumentato il carnet delle tessere: quello andreottiano. Se Sbardella e Mp (dopo le lusinghe alla sinistra di Guido Bodrato, la proposta del «governissimo dc-pci-psi), aprono ora a Gava con la speranza di separarlo da Forlani, in compenso 1' altro leader andreottiano, il mi¬ nistro Cirino Pomicino (socio fondatore della vecchia alleanza Craxi-Forlani-Andreotti) sta preparando un contropiede insidioso. La formazione di un secondo «polo» andreottiano a Roma, in aperta concorrenza con Sbardella e proprio nel cuore del suo «impero». I leader sono già pronti: Claudio Vitalone e Publio Fiori. La guida spirituale? Il «re delle cliniche» monsignor Angelini. Il finanziatore? Il «re delle acque minerali» Ciarrapico. La prova generale della nuova sotto-corrente due domeniche fa a Fiuggi: gli invitati tutti andreottiani, unico assente Vittorio Sbardella. E non a caso, pochi giorni prima, su «Tutto Lazio» un'agenzia stampa vicina a Sbardella, era comparso un corsivo velenoso nei confronti di Pomicino, definito «un amico di Andreotti che ha messo su un comitato magari trasversale, che mette naso in tutti gli affari di governo» e nella cui villa passerebbero «troppi lobbisti». Il primo banco di prova di possibili nuove alleanze in casa de saranno le elezioni. Proprio ieri mattina il Movimento popolare ha diffuso un comunicato (titolato «Viva la preferenza, votiamo le opere»), nel quale si lanciano i contenuti di quella che viene definita «la campagna elettorale» del movimento. Anzitutto si ribadisce la fedeltà del voto alla de «perché, almeno in linea di principio, essa non si oppone alla presenza sociale dei cattolici»; si sostiene, con una novità rispetto al passato, che il «voto ideologico è sempre più debole»; si ribadisce che nella scelta del voto «la questione più importante sono gli uomini: invitiamo a votare candidati che già operano per difendere e incrementare fatti e opere». Mp dunque scendeià di nuovo in campo a fianco della de, fornendo un sostegno soltanto ad alcuni candidati, secondo una tecnica che nelle roccaforti del gruppo (Padova, Firenze, Bari, Bergamo, Bologna e soprattutto Milano e Roma) ha già dato risultati corposi. Ma stavolta il Movimento popolare non si limiterà ad appoggiare, come sempre, i candidati della corrente andreottiana: dove necessario sosterrà anche uomini di altri correnti, in primo luogo Gava. «E' possibile - dicono al Movimento popolare • ma è prematuro parlarne visto che le liste non sono ancora pronte». I leader di Mp sono cauli, ma sembra quasi certo, per esempio, che nel Lazio daranno una mano al leader dei «gavianei» romani Potito Salatto, proprio in una lista che sarà guidato da un andreottiano tao», il segretario regionale Rodolfo Gigli, in «odore» di trasferimento verso il nuovo polo andreottiano. Se Vittorio Sbardella e il Movimento popolare stanno lavorando ad un asse Andreotti -Bodrato-Gava, per il momento sembra destinata a cadere nel vuoto l'offensiva di Forlani per convincere De Mita a tornare alla presidenza prima delle elezioni. Ma i giochi si riapriranno la sera di lunedì 7 maggio. Fabio Martini