Il governo conferma

Il governo conferma Il governo conferma «Il capitale straniero ha paura di investire al Sud» ROMA. Il governo ammette: esiste effettivamente il rischio Mezzogiorno denunciato dalle multinazionali. Il capitale straniero evita le regioni meridionali temendo di imbattersi nel drammatico binomio mafia e tangenti. «E' proprio uno dei punti su cui abbiamo incentrato l'attenzione nella recente conferenza su partecipazioni statali e Mezzogiorno» avverte Carlo Fracanzani, ministro democristiano delle Partecipazioni Statali. Adesso si tenta di correre ai ripari nella speranza di riuscire a riattivare gli investimenti esteri che, d'altra parte, risultano molto modesti già in tutta Italia. «Siamo impegnati ad agevolare l'afflusso di capitali stranieri per iniziative produttive nel Mezzogiorno» spiega Fracanzani. La latitanza delle multinazionali è emersa da un'indagine della società di servizi Business International, presentata lunedì alla stampa e discussa in una tavola rotonda (che si conclude oggi) con la partecipazione a turno del presidente del Consiglio Giulio Andreotti, di alcuni ministri, del governatore della Banca d'Italia Carlo Aze- flio Ciampi e di manager fra cui amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti. Da una ricerca condotta fra 43 imprese a capitale straniero presenti in Italia risulta che le iniziative al Sud sono scoraggiate, nell'ordine, dall'inadeguatezza delle infrastrutture, dai condizionamenti provenienti da organizzazioni illegali e dai condizionamenti politici. L'analisi che emerge dal rapporto di Business International coincide con quella del presidente della Confindustria Sergio Pimnfarina e con le indicazione emerse dal convegno di Parma dell'organizzazione degli imprenditori, svoltosi venerdì e sabato scorsi. Da tempo, Pininfarina mette l'accento sul problema della lotta alla criminalità organizzata e al miglioramento del sistema giudiziario; non è solo un impegno civile che deve essere affrontato dal governo, ma anche uno strumento importante quanto gli incentivi finanziari per attrarre nuove attività. In effetti, dal rapporto delle multinazionali emerge che mafia e tangenti preoccupano le multinazionali molto più della concessione degli incentivi. Fra l'altro, le aziende fanno osservare di non avere troppi problemi per la dimensione degli aiuti, mentre si lamentano per la lentezza delle procedure con le quali vengono assegnati. Intervenendo alla tavola rotonda di Business International, ieri il ministro per gli interventi nel Mezzogiorno, il de Riccardo Mi sasi, ha abbozzato alcune proposte per superare la macchinosità delle agevolazioni. Misasi ha suggerito la «defiscalizzazione degli utili d'impresa a favore delle aziende che attuano investimenti al Sud»: quindi, niente tasse per chi si impegna direttamente nelle regioni meridionali. Il ministro del Mezzogiorno ha precisato di aver «lanciato ima proposta del tutto personale e in modo problematico; si tratta di vedere se si può studiare, naturalmente in cambio degli incentivi attuali, una forma più rapida di incentivazione e forse più efficace». Per contrastare la paura del binomio mafia-tangenti, Fracanzani ipotizza anche altre iniziative. Giudica, per esempio, opportuno che si stringano alleanze fra le imprese pubbliche e le multinazionali: «Stiamo realizzando joint-ventures con gruppi di altri Stati anche ai fini di coinvolgere tali gruppi in iniziative protettive nel Mezzogiorno» afferma il responsabile delle Partecipazioni Statali. «Inoltre - aggiunge - abbiamo dato la direttiva all'Iri per una banca d'affari per il Sud anche ai fini di assunzione di partecipazione al capitale di rischio (soprattutto di imprese operanti in settori avanzati), di concessione di finanziamento e prestiti partecipativi, di prestazione di consulenza manageriale e tecnica, di ponte e garanzia per gli investimenti di capitale estero». I condizionamenti della malavita e della politica pesano, ma le imprese a capitale straniero ricordano che il Sud ha anche un grave problema di strutture di supporto alla produzione. «Abbiamo previsto - replica Fracanzani - un potenziamento delle infrastrutture e dei servizi sia tradizionali che innovativi delle partecipazioni statali nell'area meridionale». La forte carenza di infrastrutture nel Mezzogiorno è stata al centro anche del convegno di Parma della Confindustria che si dice preoccupata per il hvello assolutamente insoddisfacente dei servizi nel Mezzogiorno. La Confindustria punta a concretizzare la collaborazione con le forze politiche e i sindacati per la modernizazione del paese: l'obiettivo è di ottenere una pubblica amministrazione più efficiente per far rispettare le regole sia in campo economico che per la convivenza civile. Secondo la Confindustria, il Sud ha bisogno soprattutto di istituI zioni più efficienti. [r. ipp.)

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