Droga, valanga di emendamenti

Droga, valanga di emendamenti Legge in discussione alla Camera, attacca l'opposizione, polemiche nella maggioranza Droga, valanga di emendamenti Sono 725, forse slitta l'approvazione ROMA. In un clima avvelenato e confuso si è conclusa alla Camera la discussione generale sul testo antidroga e si è passati - in serata - all'esame dei singoli articoli. Gli emendamenti, soltanto per i primo articolo, sono 72. Complessivamente finora ne sono stati presentati 725: 400 di parlamentari dp, 80 pei, 40 de (Rivera ne ha firmati 14), 250 dei federalisti europei (che riguardano i primi tre articoli della legge). Non si sa quando si concluderà l'annunciato tour de force per arrivare al voto finale. Ufficialmente il testo dovrebbe essere licenziato entro venerdì, e ieri mattima l'on. Goria parlava di questa scadenza. Ma già nel pomeriggio il ministro Jervolino era scettica sulla possibilità di rispettare questo termine. Non si è rivelato consistente quell'ottimismo che appena lunedì il presidente dei deputati de Scotti aveva manifestato, confermando l'accordo di maggioranza per riscrivere la parte relativa alla punibilità del tossicodipendente non spacciatore, e sostenendo che i dissidenti de e lo stesso pei sarebbero stati indotti a «rivedere le ioro posizioni». Rivera ha dichiarato: «Questa legge non andrebbe fatta». Per il capogruppo pei in commissione affari sociali, Benevelli, «anche con le modifiche ipotizzate, la nuova legge non è applicabile e produrrà confusione, smarrimento, un disa- stro nel funzionamento della, pubblica amministrazione, dei servizi, della magistratura, del sistema penitenziario». Luigi Cancrini, responsabile per la droga del governo ombra pei, ha clamorosamente denunciato la lobby dei produttori di superalcolici e il comportamento dei senatori al momento del voto a Palazzo Madama; ha definito questa, al 90 per cento, «una buona legge» che fallisce però quando fa diventare reato un comportamento che riguarda milioni di persone e per cui sarebbero penalizzati i soggetti socialmente meno difesi. Appassionato il coro delle critiche che si sono levate dal mondo cattolico. Il cardinale Silvio Oddi, venuto a Montecitorio per seguire il dibattito, e seduto nella tribuna dei vip, ha dichiarato: «Sarei molto guardingo nel punire una persona che è già di per sé condannata: un drogato non va punito, deve essere piuttosto curalo, bisogna avere nei suoi confronti gronde pietà. Bisogna distinguere i produttori dai distributori, dai trafficanti ed infine dai poveri consumatori che meritano compassione e devono essere aiutati ad uscire dal tunnel della droga». Ha precisato che il suo pensiero «è anche quello della Chiesa». Ha spiegato: «Un padre non può punire il proprio figlio. Deve piuttosto cercare di correggerlo». In mattinata a un seminario promosso dal cartello «Educare e non punire» - cui hanno preso parte Goria, don Ciotti, magistrati come Caselli e il giudice di Cassazione Garavalli, e esponenti di numerose organizzazioni cattoliche - è stato sottolineato il confuso rapporto fra tossicodipendente e istituzioni che gli emendamenti della maggioranza propongono, le questioni giuridiche «ibride» che si verrebbero a creare. E hanno annunciato l'istituzione di un Osservatorio Permanente che controllerà se lu legge verrà applicata. Risentiti anche i toni di autorevoli esponenti psi. Il capogruppo alla Camera, Capria, scrive stili'«Avanti» che «un buon clima non può comportare stravolgimenti o scippi dell'ultima ora nò inutili e strumentali rivendicazioni di paternità». Per la relatrice Rossella Artioli la maggioranza si è accordata senza toccare i principi fondamentali della legge, «quindi - ha sottolineato - nessuna riscrittura e nessun inqui namento del testo». A chi si riferisce? le e stalo chiesto. *A chi ha orecchie per intendere». Liliana Msdeo Rosa Russo Jervolino

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