Due verità sul pullman della morte
Due verità sul pullman della morte Ma gli studenti replicano: «Molti di noi dormivano, lui era stanchissimo per il viaggio» Due verità sul pullman della morte L'autista: mi ha distratto il chiasso dei ragazzi CAPUA DAL NOSTRO INVIATO Sull'autostrada della morte, a una manciata di chilometri dal casello di Capua, tutto è tornato come prima. L'unica traccia della sciagura di giovedì mattina è un piccolo cumulo di frammenti di vetro depositato sul margine destro della corsia sud. Auto, Tir e torpedoni sono tornati a sfrecciare lungo la carreggiata che si restringe pericolosament.u, fino ad assumere le dimensioni di un'angusta strada provinciale, chiusa tra due sottili barriere di cemento. Il gravissimo incidente sulla Roma-Napoli ai 62 alunni dell'istituto tecnico per geometri di Urbania, in provincia di Pesaro, sarebbe da attribuire proprio a quell'improvvisa strettoia imposta dai lavori di allargamento dell'A2, oltre che all'eccessiva vivacità dei giovanissimi passeggeri che con le loro grida avrebbero distratto il conducente del pullman. Almeno cosi dice l'autista Giuseppe Santini, che .dopo un lungo interrogatorio è tornato a casa, a Coriano, nei pressi di Forlì. Il procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sta per inviargli un avviso di garanzia per omicidio colposo: atto dovuto dopo l'avvio di un'inchiesta giudiziaria. Il suo racconto dell'incidente, costato la vita al preside Giuseppe Tumminello e allo Studente Alessandro Dini, 15 anni, e il ferimento di altri dodici ragazzi, non combacia con le testimonianze di altri passeggeri. Lascia perplessi gli inquirenti i quali, a 48 ore dalla sciagura, mettono sotto accusa anche gli organizzatori di gite come quella decisa a Urbania. «Sono tour de force - dicono -. Il programma di viaggio della scolaresca prevedeva un percorso di milleduecento chilometri in 48 ore: un giro massacrante, soprattutto per chi guidava il torpedone privo di un secondo autista, per mantenere basso il costo dell'escursione». Sconvolto, ancora sotto choc, Giuseppe Santini ha raccontato la sua verità a un ispettore della polizia stradale di Cassino. L'incidente, ha detto, non è sta¬ to provocato dalla stanchezza, ma dalle condizioni della strada e soprattutto dal baccano fatto dagli studenti. «Mi sono voltato verso di loro per pregarli di smetterla, perché mi distraevano - ha spiegato -. Quell'attimo di distrazione è stato fatale, perché mi sono accorto troppo tardi della strettoia a causa dei lavori in corso sull'autostrada. Ho fatto di tutto per mantenere il controllo dell'autobus. Ho frenato, ho tentato di sterzare a sinistra, ma proprio allora ho visto che un'auto mi stava superando». Il cronotachigrafo, una sorta di «scatola nera» installata a bordo del pullman, ha rivelato che al momento dell'incidente l'automezzo viaggiava ad una velocità di poco inferiore ai cento chilometri orari. Quanto basta perché il bus a due piani sbandasse violentemente urtando contro la barriera di destra. Quindi ha proseguito nella sua folle corsa per circa duecento metri, schizzando verso il iato opposto della carreggiata e schiantandosi contro l'altro guard-rail. Un impatto violento, che ha trasformato il bus in un ammasso di lamiere nella quale sono rimasti intrappolati i sessantadue passeggeri. Fin qui il racconto di Giuseppe Santini, che almeno in parte è smentito dalle testimonianze di alcuni ragazzi. «Non facevamo chiasso: molti di noi dormivano - hanno detto alla polizia .Forse l'autista era troppo stan¬ co». Ed è proprio per accertare le condizioni del conducente, che la polizia stradale sta indagando in queste ore. Il primo passo è consistito nella verifica della tabella di marcia del bus partito da Urbania alle 3,15 di giovedì. A quell'ora Giuseppe Santini aveva guidato per 150 chilometri: proveniva da Rimini, dove ha sede la ditta «Muscione», proprietaria del bus. «La legge in materia è precisa: prevede che il guidatore riposi per almeno sessanta minuti dopo quattro ore di lavoro spiega un ispettore della polizia -. In questo caso, purtroppo, i tempi non sono stati rispettati: l'unica sosta è durata venti minuti. Il tempo necessario per un caffè nell'area di servizio nei pressi di Frosinone». Dei dodici studenti feriti e tutt'ora ricoverati negli ospedali casertani (e assistiti dai familiari), solo due versano incondizioni gravi. Sono Filippo Santini e Pietro Rossi, entrambi di 17 anni. I medici che li hanno sottoposti a interventi chirurgici sperano di poterli salvare: «Hanno subito lesioni al capo, ma si stanno lentamente riprendendo». Le salme del preside Giuseppe Tumminello e dell'alunno Alessandro Dini sono state trasportate in serata a Mordano di Romagna e Sant'Angelo in Vado, i rispettivi comuni di residenza. I funerah' si svolgeranno oggi pomeriggio. Fulvio M ilone
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