«La dc dimostri lealtà al governo» di Fabio Martini

«La dc dimostri lealtà al governo» «La dc dimostri lealtà al governo» La Malfa all'attacco: è già scontro elettorale PARMA DAL NOSTRO INVIATO - E poche ore dopo la «pace armata» di Palazzo Chigi, è subito «scoppiata» la campagna elet, torale. Invitati dalla Confindu- j I stria al convegno sull'Europa, I Giulio Andreotti, Arnaldo For\ lani, Giorgio La Malfa ieri non ! hanno perso l'occasione offerta | da un parterre d'eccezione per : lanciare i temi del prossimo scontro elettorale. Il presidente del Consiglio, pur rivendicando con «fierezza» il ruolo dei politici, si è mostrato più conciliante del passato verso il mondo imprenditoriale: «Ci sono periodi in cui debbono contare i momenti di convergenza». Il segretario della de Forlani, con lo stile vellutato di sempre, ha dapprima rivendicato il ruolo giocato nel dopoguerra dalla de «nella scelta democratica» dell'Italia, ma poi ha concluso con i toni dell'appello elettorale: «Per andare avanti non si deve dimenticare il cammino che abbiamo percorso insieme». Ai due leader de ha risposto Giorgio La Malfa che, senza perifrasi, ha rigettato sulla de le colpe dell'attuale instabilità politica. Tra gli applausi il se¬ gretario repubblicano ha detto: I «Il governo ha bisogno di stabi- 1 lità, è vero, ma tutti gli debbono lealtà e la prima a dovergliela è proprio la de», con evidente riferimento alla sinistra demo- I cristiana e alla sua «fronda». Dopo il forfait di venerdì di j Bettino Craxi, impossibilitato ! ad intervenire perché impegnato nel «vertice», ieri i politici invitati alla tribuna della Fiera di Parma si sono esibiti in due j round. Il primo, un match La • Malfa-Forlani. Il segretario de , ha fatto dell'arte della media- . zione una vera e propria teoria politica: «Poco fa Agnelli mi ha detto che l'azienda funziona se a comandare è uno solo, Gardini da quello che si legge sui giornali la pensa allo stesso mo- I do e anche a De Benedetti si po- | ne qualche problema di questo tipo. La politica invece impone soluzioni di compromesso, di solidarietà». E poi ha concluso, facendo capire quale sarà uno dei filoni della campagna elettorale de: «Nei Paesi dell'Est registriamo il fatto che il voto si indirizza verso valori nei quali ci riconosciamo e che abbiamo difeso nel dopoguerra». Giorgio La Malfa da parte sua ha punzecchiato più volte For¬ lani. Dopo aver sostenuto che ala situazione italiana è peggiore di quella descritta dalla Confindustria», il leader repubbli- | cano ha contestato la visione ! «prowidenzialista» del segretario de. «Non sono d'accordo che tutto ciò che è stato fatto in Italia è giusto, che tutto è servito a fare migliore la società italiana. Nel dopoguerra la de e i repubblicani hanno fatto la grande scelta occidentale e questa ha liberato grandi energie, che non c'erano alla caduta del fascismo». Ma lo Stato, secondo La Malfa, «non ha fatto il suo dovere per la difesa e l'utilizzazione di queste energie». Davanti ad una platea di imprenditori non è mancata la frecciata verso i comunisti. «Io non vedo novità nel far politica di questo pei», ha detto La Malfa, concludendo con una battuta molto applaudita. «Non condivido il disegno di legge Amato sulle banche, perché lo sbarramento del 49 per cento per i privati non è privatizzazione, ma una fregatura per i risparmiatori». Dopo il testa a testa tra i due segretari, è salito alla tribuna Giulio Andreotti. Un intervento pieno di battute il suo, ma pun¬ tato tutto su due messaggi molto chiari: la rivendicazione della centralità della classe politica e la necessità di una nuova intesa con gli imprenditori sull'esempio di quanto fu realizzato negli Anni Cinquanta e Sessanta. Andreotti ha mostrato di apprezzare i toni pacati usati nel convegno dai vertici della Confindustria, ravvisando un cambiamento di clima rispetto a tempi recenti, quando era «facile procedere a dividere il mondo in angeli e diavoli, naturalmente riservandosi la parte delle alucce belle e lasciando la coda malvagia alla controparte». Ai rilievi avanzati dagli industriali per i ritardi dello Stato, Andreotti ha replicato rivendicando «la fierezza della classe politica» o almeno di una parte di questa. «Appartengo ad una generazione che, rischiando di persona, ha messo un freno ad un espansionismo (quello comunista, ndr) e che nei momenti cruciali si è mostrata all'altezza della situazione, sapendo onorare le scelte europee e atlantiche». Fabio Martini

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