GASTON DE FOIX AL CASTELLO

GASTON DE FOIX AL CASTELLO GASTON DE FOIX AL CASTELLO ~|BA y MILANO IMft ON è più solo Gaston \Wk de Foix, condottiero e I 156 ragazzo, maresciallo I fm di Francia, nipote di I affi Luigi XII, comandanti vM te in capo dell'eserci| H to francese in Italia, 1 fisi eroe e vrttima della .A» vJ battaglia di Ravenna, dove vinse e morì a soli 23 anni, il 12 aprile 1512. Giorno di Pasqua. La statua del suo corpo giacente, opera dello scultore lombardo Agostino Busti detto il Bambaia, se ne stava fino a ieri isolata all'interno del Castello Sforzesco. Ora, una parte cospicua del complesso monumento funerario che ne costituiva supporto, decorazione e sfondo, è stato acquisito dal Comune di Milano e collocato nella Sala degli Scarlioni. Venti elementi sbalzati nel marmo che il Bambaia scolpì, a partire dal 1516, su incarico di Francesco L Per cinque anni lo scultore lavorò al monumento, ma l'opera rimase incompiuta per uno di quei frequenti rivolgimenti della storia giocati sui campi di battaglia: i francesi, nel 1522, abbandonarono lo Stato di Milano sconfitti alla Bicocca. I marmi di Gaston de Foix furono lasciati nel convento di Santa Marta che il tempo, l'incuria, il collezionismo privato, si incaricarono di disperdere nei secoli. E il Vasari, che vide tutto quello che c'era da vedere, già nel 1566 se ne doleva giudicandola «opera degnissima», «fra le più stupende imprese d'arte» eppure «lasciata stare per terra in pezzi». Con la mediazione di Finarte e la bella cifra di 3 miliardi e 200 milioni, il Comune ha ora acquistato il gruppo di elementi che fin dal Seicento si trovava nella villa dei conti Ar con a ti di Castellozzo. Gli altorilievi, eseguiti con grande perizia tec¬ nica, raccontano le gesta del giovane eroe: la presa di Brescia, l'entrata a Bologna, la battaglia di Ravenna che oppose le truppe guidate da Gaston de Foix a quelle della Santa Lega di Giulio II. Fu l'ostinazione ad essere fatale al giovane Gaston: quando le truppe spagnole già fuggivano lui si accanì ad inseguirle sino a «un sitio sì svantaggioso» che fu disarcionato e ucciso. Accanto ai dodici rilievi, completano il gruppo sei figure di apostoli e due elementi allegorici di Virtù che per grazia e abilità tecnica confermano il Bambaia ai vertici del Rinascimento lombardo. Dopo la Pietà Rondanini, acquistata quasi quarant'anni fa, il monumento a Gaston de Foix è la più importante tappa di arricchimento artistico del Comune di Milano e certamente quella con maggiore pertinenza alla storia della città. Anche se nessuno può immaginare il progetto di sistemazione finale che aveva in mente lo scultore, già si pensa, «con una opportuna politica di scambi», di completare il mausoleo con i frammenti conservati all'Ambrosiana e al Museo Civico di Torino. Proprio sulla originaria sistemazione del monumento ha lavorato Maria Teresa Fiorio che in questi giorni pubblica lo studio «Il Bambaia» con testi di Mercedes Garberi e Janice Shell (Finarte-Longanesi Editore). Ne ipotizza una collocazione centrale, isolata, regale. Un mausoleo progettato e in parte realizzato con abbondanza di figure e decorazioni, alla maniera francese: si trattava pur sempre di un monumento voluto dalla casa reale d'oltralpe e perciò incaricato di celebrarne le glorie. PinoCorrias Un particolare del monumento a Gaston de Foix