Le Terre vicine di Biagi di O. R.

Le Terre vicine di Biagi Da lunedì, Raiuno, sei puntate sull'Urss e i Paesi satelliti Le Terre vicine di Biagi // programma, quotidiano, documenterà la realtà sovietica, ieri e oggi Parlano Rada Kruscev, la vedova di Bucharin, la compagna di Pasternak MILANO. «Terre vicine» sono l'Unione Sovietica, la Romania", l'Ungheria, la Germania orientale, la Cecoslovacchia, la Polonia: a esse è dedicato il nuovo programma di Enzo Biagi, sei puntate di un'ora ciascuna che, in quest'ordine e con cadenza quotidiana, cominceranno su Raiuno alle 22,05 di lunedì 2 aprile per concludersi sabato 7. A documentare la realtà sovietica di ieri e di oggi, sfilano ad esempio il consigliere economico di Gorbaciov, un reduce dell'Afghanistan, un danzatore del Bolscioi, un cantante pop, e Rada Kruscev («Mio padre avrebbe certamente condiviso la progressiva umanizzazione del sistema, ma non la critica distruttiva che oggi si fa del comunismo»), il figlio del presidente Mikoyan, la vedova di Bucharin, la sorella del maresciallo Tukacewski, la compagna di Pasternak (Olga Ivinskaja (la famosa «Lara» de «Il dottor Zivago»). Ci sono sequenze agghiaccianti sugli armeni fuggiti dagli orrori dell'Azerbajan, altre piene di speranza sulla ri¬ trovata libertà di espressione religiosa, altre ancora che paventano nuove ondate di antisemitismo, e il famigerato palazzo della Lubianka, e la gente che aspetta ore in fila per accedere a un negozio o a un ristorante di hamburger. «Ritratto di un dittatore», il 3, parlerà di Ceausescu, la puntata più aspra e drammatica, anche la più inquietante visto che in Romania la situazione rimane più ambigua che altrove. La ricostruzione degli ultimi giorni del tiranno e della moglie verrà fatta dagli stessi testimoni dei fatti. Compariranno anche il figlio Nicu Ceausescu, ora in carcere, e la sua compagna, la cantante e attrice Daniela Vladescu. A Budapest, fra le altre interviste ci saranno quelle con il figlio di Bela Kun, con Imre Poszgay («Il Gorbaciov ungherese»), Emo Rubik (inventore del famoso «cubo»), Ilona Hordy direttrice della Borsa (l'unica dell'area), con il regista Miklos Jancsó, con l'ultimo erede della casa imperiale austro-ungarica Otto d'Asburgo. Una preoccupazione li accomuna: per uscire dall'attuale travaglio, l'aiuto economico dell'Occidente è indispensabile. Germania, Cecoslovacchia e Polonia completano la panoramica sull'«Est mondo che cambia». Grande problema della prima, una volta unificata, sarà come conciliare le leggi di mercato con quelle dello Stato sociale. Da Praga, le voci di una rivoluzione «che non ha rotto una sola vetrina né rovesciato una sola automobile»: parlano il regista Jiri Svoboda, l'erede della dinastia Bata tornato in patria, familiari di vittime di un passato tragico (compreso un fratello di Jan Palach, lo studente ventunenne che nel '69 si bruciò vivo in piazza San Venceslao). Il racconto delle vicende polacche si intitola «Miseria e nobiltà»: conti che sognano di restaurare diroccati castelli, un religioso sopravvissuto alle fosse di Katyn e, per il mondo dell'arte, i registi Wajda e Kieslowski, lo scrittore Szczypiorski. [o. r.]