Sos: Berlusconi trema

Sos: Berlusconi trema Antennacinema, l'allarme Fininvest per la legge antispot Sos: Berlusconi trema Che cosa cambierà sulle tre reti CONEGLIANO VENETO DAL NOSTRO INVIATO Una panoramica a tinte drammatiche di quella che potrebbe essere la situazione delle tre reti Fininvest nel momento in cui gli emendamenti della legge Mammì approvati in Senato superassero anche l'esame della Camera: è stata offerta ieri mattina dal responsabile dei palinsesti delle reti di Berlusconi, Giorgio Gori, durante la conferenza stampa in programma ad Antennacinema. La scelta di usare la platea del festival per lanciare un allarme in toni forti sulle possibilità di sopravvivenza del colosso televisivo berlusconiano, è stata motivata da Gori in poche, scarne, parole: «Vogliamo fare informazione sulle vere conseguenze che la legge Mammì potrebbe provocare e sul fatto che gli emendamenti approvati sono pregiudizievoli per l'intero sistema televisivo italiano». Nelle cifre la Caporetto della Fininvest si delinea senza speranze: sarebbe di 350 miliardi la perdita di introiti pubblicitari causata dal divieto di inserimento di spot nei film. Le reti berlusconiane ne hanno trasmessi nell'89 complessivamente 1899 di cui 687 in prima serata, nella fascia di maggiore ascolto, con 7 pause pubblicitarie. La legge ne consentirebbe solamente 4. Il secondo divieto, riguardante la sponsorizzazione dei programmi, provocherebbe nel '90 una perdita valutata in 200 miliardi; quanto all'obbligo di non superare la percentuale oraria del 15 per cento nell'indice di affollamento pubblicitario, Gori ha detto che la perdita economica potrebbe essere «non inferiore ai 133 miliardi». In complesso le nuove limitazioni in tema pubblicità porterebbero alla Fininvest un danno calcolabile in 683 miliardi. Come potrebbe essere, in queste condizioni, la vita futura delle reti di Berlusconi? Gori ha ipotizzato «l'evaporazione del magazzino cinematografico che conta attualmente 6104 titoli il cui valore di mercato è superiore a 1400 miliardi». Insomma, una débàcle: film hanno occupato nell'89 661 serate delle reti Fi- ninvest. Su Rete 4 sono state programmate 361 pellicole, su Canale 5 123 e su Italia 1 177. «Non esiste alcuna possibilità ha affermato a questo punto Giorgio Gori - che le reti Fininvest reggano all'urto della legge Mammì». I riflessi di questo crollo annunciato, ha proseguito il dirigente Fininvest, metterebbero in pericolo la vita di un'impresa che «conta 2300 dipendenti solo nella divisione televisiva». E che cosa ne sarebbe, ha proseguito Gori, dell'impegno profuso dall'86 fino ad oggi nel campo della produzione cinematografica? «Abbiamo investito in 4 anni 590 miliardi nella realizzazione di 220 film italiani. Attraverso la Penta siamo anche impegnati nel settore della distribuzione: Scola con il suo nuovo film e Maselli con "Il segreto" e con il prossimo lavoro intitolato "L'alba" sono tra i registi che lavora¬ no con noi». Gori ha anche ricordato che «dall'87 ad oggi le promozioni televisive della Fininvest hanno portato all'erario 15 miliardi di tasse legate alle lotterie, 10 di altre imposte derivanti dalla meccanica dei concorsi e altri 11 provenienti dalla spedizione delle cartoline». In questo scenario, (e Gori ha fatto anche un accenno alla situazione delle emittenti locali per cui la «legge Mammì sarebbe esattamente come quella di Erode», cioè provocherebbe la distruzione totale delle giovani forze nel campo dell'emittenza radiotelevisiva), è sembrato inopportuno al dirigente Fininvest fornire indicazioni sui nuovi palinsesti. I quali sono regolarmente in preparazione. Le poche anticipazioni, strappate al dirigente berlusconiano, hanno riguardato la programmazione cinematografica e gli orientamenti nel settore del varietà. Tra aprile e maggio andranno in onda titoli come «Misfatto bianco», «Dirty Dancing», «Pirati», «Omicidio a luci rosse», «Agnese di Dio», «Da grande», «Cruising», «Hamburgher Hill», «Chi protegge il testimone», «Wall Street», «Silverado». I programmi di varietà subiranno un radicale ridimensionamento: «Se si faranno - ha detto Gori - saranno legati ad un'idea, giocati sull'originalità dei contenuti, più che sullo scintillio dei balletti e delle paillettes». Italia 1 subirà una modifica nell'immagine diventando meno aggressiva e meno orientata verso il pubblico giovanile; «Emilio» sarà trasformato «in qualcosa di nuovo che valorizzi comunque il vecchio gruppo di lavoro». Ad Antennacinema l'altra sera sono poi arrivati i protagonisti di due seguitissime trasmissioni della Rai che rientrano sotto l'etichetta di «tv di servizio» : Mario Pastore e Antonio Lubrano, animatori di «Diogene» e Lio Beghin e Donatella Raffai, ideatore e conduttrice di «Chi l'ha visto». Accolti con un calorosissimo applauso dal pubblico del teatro Accademia i quattro paladini della tv intelligente hanno risposto a domande inforrnatissime ed hanno illustrato le loro prospettive di lavoro. Pastore ha risposto in toni molto netti alle affermazioni rilasciate dal direttore di Raidue circa la collocazione oraria di «Diogene»: «Sodano fa il gioco delle tre carte - ha detto affermando con la massima sicurezza cose che non hanno fondamento. "Diogene" era nato come un programma di seconda serata. Adesso sarà trasmesso dopo le 23, e quindi diventerà automaticamente un programma di terza serata». Lio Beghin ha fatto sapere, come già La Stampa aveva anticipato, che «Chi l'ha visto» sarà presto sostituito dal nuovo «Chi parla». «Una trasmissione - ha spiegato il capostruttura di Raitre - che intende stimolare il pubblico sul terreno dell'impegno sociale. Vincere l'omertà e denunciare le sopraffazioni». Fulvia Caprera Berlusconi, presidente Fininvest Secondo il responsabile dei palinsesti le sue tre reti sono in pericolo per la legge Mammì Qui a destra Nastassia Kinski ne «Il segreto» di Maselli. Il film è distribuito dalla «Penta» che è impegnata anche per «L'alba»

Luoghi citati: Antennacinema, Caporetto, Conegliano, Italia