Il Tesoro fa una scommessa sulla moneta europea

Il Tesoro fa una scommessa sulla moneta europea Piazza Affari registra un nuovo rialzo, nessun riflesso dalla pesante caduta di Tokyo e dai problemi di Wall Street Il Tesoro fa una scommessa sulla moneta europea Prestito internazionale da un miliardo diEcu (già sottoscritto) e lancio diBte MILANO. Grandi manovre per il Tesoro. Dopo il successo dei Btp e calo relativo dei tassi Carli ha giocato ieri la carta della moneta europea: l'Ecu. Ieri è stato lanciato (e subito accolto dal mercato) un europrestito da un miliardo di Ecu (oltre 1500 miliardi di lire). L'emissione, guidata da Paribas, è stata interamente collocata nel giro di poche ore garantendo al Tesoro i mezzi necessari per far fronte al rimborso di una parte dei Bte in scadenza ad aprile. Si tratta di una mossa senza precedenti nella strategia della gestione del debito pubblico. Carli ha anche lanciato una nuova emissione di Bte per 500 milioni di unità di conto (oltre 750 miliardi di lire). Il prezzo dell'emissione è alla pari, il prestito avrà inizio il 6 aprile prossimo e, come di consueto, verrà utilizzato il sistema di aggiudicazione d'asta. L'ingegneria finanziaria di Carli guarda con sempre maggior insistenza oltre confine. E, in questo quadro, non è di poco conto l'ingresso nel circuito degli operatori del secondario, di un grande gruppo finanziario e bancario.Usa: la Morgan, la prima istituzione di credito non italiano ad essere ammessa nel circuito. «I tempi sono maturi ha spiegato Hendrik Van Riel della Morgan italiana - per introdurre i Bot italiani all'estero. Le obbligazioni in eurolire sono molto appetite e riteniamo che vi siano ottime opportunità di espansione per questo mercato». È la Borsa? Piazza Affari ieri ha proseguito nella sua opera di recupero. Sull'onda della Fiat, trascinata anche da un forte interesse nel settore premi, e del recupero della scuderia Ferruzzi, il listino ha quasi azzerato la perdita dall'inizio dell'anno che ormai è pari ad un modesto 0,40. Nella settimana il recupe- ro è stato dell' 1,84 mentre, se si considera l'ultimo mese il guadagno registrato dal listino italiano è del 4,5%. Sembrano dati deludenti soprattutto se confrontati con il boom di Francoforte, ieri giunta ad un nuovo record dopo una marcia che, nel corso dell'ultimo mese, ha portato i prezzi ad un'impennata del 9,95%. Ma Tokyo nel frattempo ha perso addirittura il 22,96%; ieri c'è stato un nuovo scrollone del 3,37% che ha portato il Nikkey sotto la soglia dei 30 mila punti. Wall Street ha accusato, almeno all'inizio, il colpo con uno scivolone di circa venti punti (poi in parte recuperati). Dall'inizio dell'anno la perdita è comunque superiore a Milano: - 1,58%. Peggio ha fatto Londra (ieri in calo dello 0,67); dall'inizio del '90 la caduta è stata superiore al 7%. Il quadro internazionale, insomma, serve ad offrire una nuova chiave di lettura dell'andamento del mercato: la Borsa italiana ha patito meno che in passato delle traversie in arrivo dalle Piazze internazionali e, in parte, comincia a beneficiare della pioggia di capitali che stanno arrivando in Europa. E' difficile però che questi fattori permettano un vero decollo di Piazza Affari: troppe sono le richieste del Tesoro e continua a mancar la certezza sulle prospettive dei maggiori gruppi italiani (continua a pesare la sorte dei casi Enimont e Mondadori). Ma, soprattutto se verrà approvata la legge sulle Opa e le altre riforme della Borsa (Sim in testa) si può pensare ad un prossimo futuro dignitoso. Arrivare ultimi, talvolta, non è un male. La Borsa di Madrid, per esempio, sembra aver esaurito la spinta degli ultimi anni: dall'inizio dell'anno la caduta è già superiore al 14%. [u. b.l 1

Persone citate: Carli, Ferruzzi, Hendrik Van Riel, Mondadori

Luoghi citati: Europa, Francoforte, Londra, Madrid, Milano, Tokyo, Usa