Per la Mondadori il giorno dello scontro di Valeria Sacchi

Per la Mondadori il giorno dello scontro Oggi in 3 assemblee il braccio di ferro fra Berlusconi-Formenton e De Benedetti-Caracciolo Per la Mondadori il giorno dello scontro No del giudice alla Cir: Confalonieri resta presidente Amef MILANO. Fedele Confalonieri, presidente dell'Amef, andrà oggi in assemblea Mondadori con tutti i suoi poteri. Ieri, infatti il giudice Gabriella Manfrin ha respinto la richiesta avanzata dalla Cir di rendere non valida, con provvedimento d'urgenza, la sua nomina a presidente della finanziaria nel cui portafoglio è il controllo della Mondadori. Sempre ieri, l'assemblea straordinaria Mondadori è slittata alla seconda convocazione di oggi: era presente, infatti, solo il 40,87% del capitale complessivo della società, cioè le quote alleate a Berlusconi. Come era previsto, lo scontro delle due fazioni: BerlusconiFormenton e De Benedetti-Caracciolo è fissato per questa mattina. E si ripeterà, puntualmente, in tre assemblee diverse. La prima è la straordinaria che vede all'ordine del giorno due diversi aumenti di capitale: il primo, proposto da Cir, tutto in titoli ordinari, per una raccolta complessiva di 320 miliardi (quattro nuove azioni ogni azione posseduta di qualsiasi categoria); il secondo, proposto da Fininvest, in azioni di tutte le categorie (una azione nuova ogni dieci possedute), per una raccolta complessiva di 81 miliardi, cui si aggiunge l'attribuzione al consiglio della facoltà di aumentare il capitale in 5 anni di altri 200 miliardi. A sua volta, l'ordine del giorno Cir è completato da una seconda parte nella quale si chiede la modifica di alcuni articoli dello statuto, così che il consiglio Mondadori venga eletto tenendo conto dei pesi azionari. E difatti, sùbito dopo, è prevista una assemblea ordinaria, che dovrebbe eleggere un nuovo consiglio Mondadori sulle basi dello statuto cambiato. A meno di colpi di scena, in queste due prime assemblee la vittoria dovrebbe arridere alla Cir, in quanto essa dispone con gli alleati di una quota del capitale superiore al 43%. Ma è chiaro che i legali di Fininvest solleveranno molte eccezioni, e cercheranno di introdurre elementi che possano servire a impugnare i risultati in Tribunale. Si arriverà quindi, alle tre del pomeriggio, alla terza assemblea speciale degli azionisti ordinari, convocata dalla Fininvest, e nella quale la Fininvest vincerà, poiché controlla la maggioranza delle azioni ordinarie, mentre De Benedetti non arriva al 30%. Questa assemblea smonterà, punto per punto, quanto deciso dalle due assemblee precedenti. Anche qui, la guerra di avvocati sarà impressionante. Sempre ieri, su richiesta Consob, Mondadori ha reso noti i dati del gruppo sull'indebitamento che, a fine 1988 risulta pari a 364 miliardi, contro una liquidità di 220 miliardi di fine 1988. Il carico maggiore è dovuto all'acquisto del gruppo Espresso (393 miliardi), di titoli Ascoli (52 miliardi), di altre operazioni (Elemond, Finergil, Grijalbo) per 101 miliardi. Tornando alla situazione generale, è chiaro che, dopo lo scontro di domani, i due avversari dovranno avviare una trattativa. Le vicende degli ultimi giorni hanno infatti riportata De Benedetti a galla mentre, dopo mesi di certezze, Berlusconi è entrato in acque insidiose. Un accordo conviene a entrambi, e sarà facilitato dal nuovo equilibrio tra i duellanti. Ma non sarà un accordo blitz: troppe cose sono da definire, prima fra tutte il valore delle proprietà da spartire. De Benedetti ha investito oltre 800 miliardi, Berlusconi oltre 1000, gran parte dei quali a debito. Difficile far quadrare i conti. Valeria Sacchi

Luoghi citati: Fininvest, Milano