«Non arrestate i camorristi»

«Non arrestate i camorristi» Dopo una sparatoria 17 in carcere, nella sede della riunione c'era un arsenale «Non arrestate i camorristi» Napoli, 400persone cercano di fermare la polizia NAPOLI. Per proteggere i boss non hanno esitato a sparare. Ma le sentinelle della camorra non sono riuscite a rompere l'assedio: per lunghi minuti, tra i «guaglioni» appostati sui tetti e i poliziotti venuti ad interrompere un vertice di capiclan, c'è stato un fitto fuoco incrociato. Teatro dello scontro, finito con 17 arresti ed il sequestro di un vero arsenale, il rione Villa, non lontano da Ponticelli, dove nel novembre scorso la guerra tra organizzazioni rivali sfociò in una strage: sei morti. Nella rete sono caduti camorristi di primo piano, come Ciro Mazzarella, 50 anni, nipote di Michele Zaza, re del contrabbando negli Anni Settanta, tra i fondatori della «Nuova famiglia» e padrone assoluto di questa fetta di città, fino alla raffica di provvedimenti giudiziari che lo hanno portato in carcere. Il «summit», mandato a monte dalla squadra mobile, doveva segnare forse un nuovo assetto in un'area dove la conflittualità tra bande ha dato il via ad una catena di omicidi. Insieme con Mazzarella, probabile leader di questa alleanza, e il figlio Massimo, di 21 anni, sono stati arrestati pregiudicati del calibro di Bernardo Formicola, 36 anni, e Luigi Altamura, 54, ritenuti esponenti del clan capeggiato da Antonio Rinaldi, assassinato nel dicembre scorso in un agguato. Nell'appartamento di piazzetta Capri, dove gli agenti hanno fatto, irruzione, c'era anche una nutrita rappresentanza della famiglia Rinaldi: sei persone venute a trattare la futura spartizione della zona. Per coglierli di sopresa è stata necessaria un'operazione di tipo militare: cento uomini su oltre 20 auto sono piombati a sirene spiegate nel rione. Ma non è stato facile espugnare la cittadella scelta dai boss per il vertice. Mentre le pantere della polizia avanzavano tra le vie soffocate dai palazzi, le «vedette», messe a guardia del summit, hanno cominciato a sparare. I poliziotti hanno risposto al fuoco: una pioggia di piombo che ha seminato il panico tra la gente del rione. Quando gli agenti sono riusciti a bloccare sulla soglia due degli invitati alla riunione, i guardaspalle hanno capito di aver perso la battaglia. Qualcuno è scappato, qualcun altro ha preferito liberarsi prima delle armi per evitare guai peggiori. Nel cortile dove è avvenuta la sparatoria sono state lanciate dalle finestre e dalle terrazze dei piani alti pistole, fucili, munizioni. Ma anche gli uomini sorpresi nell'appartamento «violato» dagli investigatori erano armati fino ai denti. Alla fine sono stati contati tre fucili a canne mozze, 11 pistole, centinaia di proiettili. Tra il materiale sequestrato ci sono anche due sofisticate radio ricetrasmittenti sintonizzate sulle lunghezze d'onda delle forze dell'ordine, guanti da chirurgo utilizzati dai killer della camorra e alcuni passamontagna. Chi ha cercato di fuggire su auto blindate ha trovato la strada sbarrata dalla polizia. Ma la tensione non ha risparmiato neppure la felice conclusione del blitz: a dar manforte agli arrestati è sceso in campo quasi un intero quartiere. Almeno 400 persone hanno circondato le «pantere», inveendo contro gli uomini della squadra mobile che in tutta fretta sono ripartiti. Perché un vertice di boss, perché quelle sentinelle pronte a tutto? Gli investigatori ritengono che le misure di sicurezza dovevano evitare anche eventuali attentati da parte di bande rivali. Sullo sfondo c'è infatti una lotta senza esclusioni di colpi in una delle aree più «calde» di Napoli, chiusa dai quartieri di Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli, per il controllo del traffico di droga, delle estorsioni, degli appalti pubblici. Chi ha cercato in questi mesi di affermare la propria supremazia, come il boss emergente Andrea Andreotti, è stato duramente colpito: appartenevano al suo clan gli uomini caduti nella «strage di San Martino». Mari, 'la Cirillo

Persone citate: Andrea Andreotti, Antonio Rinaldi, Bernardo Formicola, Ciro Mazzarella, Luigi Altamura, Mazzarella, Michele Zaza, Ponticelli, Rinaldi

Luoghi citati: Napoli