Sondaggio in Francia «Via gli arabi ce ne sono troppi»

Sondaggio in Francia «Via gli arabi ce ne sono troppi» Musulmani considerati nemici Sondaggio in Francia «Via gli arabi ce ne sono troppi» PARIGI, Razzisti i francesi? No, rispondono i più diretti consiglieri del primo ministro socialista Michel Rocard. Ed esibiscono, con un certo orgoglio, un ponderoso dossier sul «Razzismo oggi in Francia», pieno di tabelle e di dati. A prima vista sembrerebbe confermare che i francesi sono piuttosto «tolleranti», come vuole la tradizione del Paese autore della Rivoluzione dell'89. Poi, esaminando attentamente tabelle e grafici scaturiti da un sondaggio commissionato da Rocard a metà febbraio, ci si accorge che solo il 28% dei 1013 intervistati dalla Csa (metodo del campione rappresentativo) lascerebbe uscire una sera la figlia diciassettenne con «un ragazzo arabo». E che il 76% trova che «in Francia ci sono troppi arabi», intesi come i maghrebini di Tunisia, Algeria, Marocco - le ex colonie - giunti qui per lavorare. Il rimedio? Semplice, almeno per il 73% degli intervistati: rispedire a casa loro gli immigrati «in situazione irregolare». Il rapporto sul razzismo in Francia presentato due giorni fa a Rocard dalla «Commissione nazionale dei diritti dell'uomo» si è unito al sondaggio Csa per costituire la base del «Piano nazionale di lotta al razzismo» che il governo sottoporrà al Parlamento nella sessione primaverile. C'è da dubitare che gli onorevoli francesi possano far qualcosa di risolutivo per estirpare la mala pianta del razzismo dalla terra di Voltaire e Rousseau. Anche perché non pochi di essi manifestano opinioni ben poco concilianti verso i maghrebini. Ma Rocard ha smosso le acque, obbligando l'opinione pubblica a farsi un esame di coscienza più approfondito del solito inno alla «Francia, terra di accoglienza». Il razzismo francese ha un obiettivo ben preciso, lo stesso che ha fatto negli ultimi anni le fortune elettorali di Le Pen: i maghrebini, gli «arabi». Dal sondaggio esce netta la convinzione che a Parigi come a Bordeaux, a Marsiglia come a Lilla non siano i «neri» (che metà degli intervistati non giudica eccessivi per numero) o gli «asiatici» (piuttosto ben visti) il bersaglio degli strali razzisti. Sono piuttosto algerini, tunisini e marocchini — i «musulmani» — ad essere considerati alla stregua di nemici interni, mangiapane a tradimento grazie alla generosità delle istituzioni sociali francesi. L'83% sarebbe disgustato se un bianco urlasse «sporco negro» ad un uomo di colore, nella via pubblica. Ma il 68% farebbe cambiare scuola al figlio se nell'istituto ci fosse una maggioranza di allievi maghrebini. E il 51% considera lecito dire in campagna elettorale che «neri e maghrebini sono di razze inferiori a quelle europee». Come dice, velatamente, Jean-Marie Le Pen. [p. p.J

Persone citate: Le Pen, Michel Rocard, Rocard, Rousseau, Semplice