Liuba, una vita al tavolo verde di Renato Rizzo

Liuba, una vita al tavolo verde La vedova di Rizzoli è indiziata di reato per la maxi truffa subita dal casinò di Nizza Liuba, una vita al tavolo verde «Perseguitata perché sono una Rizzoli» Sotto inchiesta l'uomo che vìve con lei NIZZA DAL NOSTRO INVIATO L'ultima «recita» di Liuba Rosa Rizzoli, l'ex attrice vedova dell'editore italiano, indiziata di reato per la maxi-truffa al casinò di Nizza,' è durata pochi secondi ed ha avuto come palcoscenico la ripida strada su cui si apre il Palazzo di Giustizia di Grasse: alle 22 dell'altra sera la donna, che ha riempito la cronaca mondana degli Anni 60, è entrata nella cronaca nera. Il giudice Joel Espel, pochi minuti prima l'aveva sentita come testimone sulla frode che sta mettendo a rumore il bel mondo della Costa Azzurra e che riguarda vincite regalate a «compari» da compiacenti croupier. Lei si è avviata con passo da mannequin nel buio della strada e, sotto i riflettori delle telecamere, ha sfoderato quel sorriso con cui ha attraversato trent'anni di dolce vita e di sconfitte. Elegante nella sua gonna chiara e nell'ampio scialle che le copriva le spalle, Liuba Rosa Rizzoli, 58 anni portati con disinvoltura, ha salutato sorridendo i fotografi ed è salita senza dir nulla sull'auto che l'ha accompagnata nella sua villa di Cap Ferrat. Chiusa in questa grande, silenziosa casa, ci ha raccontato con apparente tranquillità la sua verità sull'avventura che la vede protagonista: «Il vero problema, mi creda, è solo il fatto che mi chiamo Rizzoli. Basta questo cognome a scatenare pettegolezzi e titoloni sui giornali. L'inchiesta dei giudici riguarda centinaia di persone che, come me, frequentano i casinò della Costa Azzurra. Ma tutta questa gente.non fa notizia, non deve vivere la mia ossessione, non deve subire l'oltraggio d'essere "usata", gettata ingiustamente sulla ribalta». Lei . dice «ingiustamente», ma, secondo voci che rimbalzano dalla sede parigina della polizia che controlla le case da gioco e che smentirebbero le affermazioni pubbliche del giudice di Grasse, proprio lei sarebbe stata in qualche modo ritenuta colpevole. Liuba Rizzoli s'impenna: «Accusata? Colpevole? E chi lo dice? Neppure per sogno. Io sono a casa mia come ieri e come sarò domani. E, come sempre, sono serena». Qui, in questa villa dove l'ex stellina diventata principessa del jet-set ha vissuto con Andrea Rizzoli una stagione bruciata ai tavoli da gioco e devastata dal suicidio, a Montecarlo, della figlia Isabelle, l'ha raggiunta l'uomo con cui da quasi 5 anni divide una nuova vita e la vecchia passione per il tavolo verde: Roland Courbis, anch'egli un ex. E' stato stella della squadra di calcio del Monaco e oggi è general manager del Tolone. Quindici anni meno di Liuba, lunghi capelli neri, un massiccio anello al medio della sinistra, Roland non ha mostrato di essere preoccupato dopo che il giudice l'ha accusato d'infrazione alla legge sul gioco d'azzardo: «Speriamo - ha dichiarato con un mezzo sorriso uscendo dal Palazzo di Giustizia - che la partita che il Tolone giocherà sabato contro il Nizza sia meno dura di quella che ho giocato io oggi con il magistrato». Ma in che cosa consiste questa maxi-truffa in cui, oltre a Liuba Rosa Rizzoli e Courbis, sarebbero implicate altre 15-20 persone? Si sa che l'inchiesta è partita nell' 88 e riguarda episodi di «baronaggio». Croupier disonesti, legati ad un'organizzazione, i quali pagano a complici («baroni», in gergo) puntate inesistenti. L'attenzione degli investigatori era stata accesa dall'insolito deficit dichiarato dal casinò di Palm Beach: l'equiva- lente di quasi 2 miliardi e mezzo di lire in 12 mesi. Ed ecco le contromisure: agenti in borghese si mescolano ai giocatori per ricostruire la rete delle complicità, seguono i veloci passaggi di mano delle fiches, annotano date, ore e volti. Tra questi volti, a quanto sembra, anche quelli di Liuba Rizzoli e Roland Courbis, personaggi «storici» tra i tavoli verdi della Costa: di lui, in particolare, gli habitué dei casinò ricordano come un capolavoro una serie di colpi che,, la notte di San Silvestro dell'88, a Beaulieu, gli fece vincere con una puntata iniziale di poco superiore alle 100 mila lire l'equivalente in franchi di quasi 350 milioni. Liuba e Roland si sarebbero difesi proprio appellandosi alla loro passione per il gioco: un'assiduità al tavolo verde non dovuta all'ingordigia e alla mentalità criminale del truffatore, ma all'attrazione esercitata da trente-quarante e black-jack. Secondo quanto emerge, però, dalle decisioni del magistrato che conduce l'inchiesta, queste due «facce» potrebbero comporre, almeno per Courbis se non per Liuba Rizzoli, la stessa medaglia, o, per restare in tema, la stessa carta: una voglia di vincere che divora chi la vive e che ha bisogno continuo di denaro per consentire, ogni sera, il rinnovarsi di un'illusione sempre uguale. Renato Rizzo Liuba Rosa Rizzoli (58 anni) nella sua villa di Cap d'Antibes

Luoghi citati: Monaco, Montecarlo, Nizza, Nizza Liuba, Tolone