Tra i 15 nessun «nemico» di E. S.
Tra i 15 nessun «nemico» Tra i 15 nessun «nemico» Un Consiglio a misura di Gorbaciov MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Oggi è un giorno speciale». E' con queste parole che Michail Gorbaciov ha tenuto a battesimo martedì al Cremlino il Consiglio presidenziale, il nuovo organismo che d'ora in poi lo affiancherà nelle scelte più importanti. E anche se i lavori sono poi scivolati sui binari prevedibili delle già note priorità economiche, la giornata è stata davvero «speciale». Ha segnato un momento di svolta: il passaggio di poteri tra il Politburo del pcus — finora massimo vertice politico dell'Urss — e le neonate strutture del presidenzialismo sovietico. Gorbaciov ha letto, come sempre, il suo rapporto di leader che gli altri, come sempre, hanno approvato. Ma tutto è avvenuto di fronte ai quindici uomini da lui scelti e da lui nominati membri del Consiglio e non di fronte ai dodici grandi sacerdoti del partito comunista. Questo passaggio di poteri è un punto-chiave della separazione tra Stato e partito, ma la riforma ha anche un effetto molto più. immediato e concreto: libera Michail Gorbaciov dalle resistenze che i suoi avversari potevano esercitare all'interno del Politburo. Certo, nella scelta dei membri del Consiglio presidenziale Gorbaciov ha dovuto bilanciare le tendenze, ma ha potuto senza scandalo lasciare fuori dal nuovo organismo personaggi come Ligaciov, il capo dei conservatori. E questa è una vittoria non secondaria per Gorbaciov che, come ha detto in un'intervista alla tv, adesso ha attorno a sé «un gruppo di collaboratori che sono d'accordo sugli obiettivi da raggiungere». La radiografia delle personalità chiamate a far parte del Consiglio è significativa. Ci sono dei membri «istituzionali». Il primo ministro Nikolai Ryzhkov e i ministri degli Esteri, Eduard Shevardnadze, dell'Interno, Vadim Bakatin, della Difesa, Dmitri Yazov. C'è il capo del Kgb, Vladimir Kryuchkov. C'è il vice premier e responsabile del Gosplan (programmazione economica), Yuri Maslyukov. C'è Evgheny Primakov, fino a ieri presidente della Camera dell'Unione. Poi ci sono degli «esperti», dei veri «consiglieri». E qui la scelta di Gorbaciov è ancor più ri¬ velatrice. C'è, naturalmente, il suo grande confidente Alexandr Yakovlev; c'è l'economista progressista Stanislav Shatalin; ci sono due scrittori di sensibilità nettamente conservatrice, Valentin Rasputin e Chinghiz Aitmatov; c'è il vice presidente dell'Accademia delle Scienze, il fisico Yuri Osipyan. E ancora, il leader comunista della regione di Kiev, Grigory Revenko (astro nascente del «nuovo pcus» stile Gorbaciov), l'operario-deputato Veniamin Yarin ed anche un lettone: Albert Kauls, direttore di una grande azienda agricola. Di questi meno della metà facevano parte del Politburo che, dopo il XXVIII Congresso del partito, sparirà anche formalmente. Secondo il nuovo statuto del pcus, già approvato al Plenum e pubblicato ieri dalla «Pravda», il Politburo si trasformerà in un Presidium. Così come la carica di segretario generale (ora esercitata da Gorbaciov) sarà sostituita da quella di presidente del pcus. Allora, la «grande riforma» avrà investito anche il partito e il potere presidenziale di Gorbaciov sarà ancor più libero dai vecchi vincoli, [e. s.]
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