Tel Aviv fa shopping d'acqua in Turchia di F. A.

Tel Aviv fa shopping d'acqua in Turchia ISRAELE Ma l'avveniristico progetto potrebbe saltare all'ultimo minuto per le pressioni arabe su Ankara Tel Aviv fa shopping d'acqua in Turchia Contro la siccità, giganteschi contenitori spediti via mare TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Mentre il patrimonio idrico, al termine di una stagione avara di piogge, tocca i limiti di guardia e un serio razionamento dell'acqua agli agricoltori sembra inevitabile, le autorità israeliane sperano di aver trovato una soluzione radicale ed economica al problema, con l'acquisto in Turchia di ingenti quantità di acqua dolce e il loro trasporto via mare in enormi contenitori di plastica galleggianti. L'affare, che comporta investimenti in infrastrutture per circa 200 milioni di dollari, sta per essere raggiunto fra una compagnia canadese e il ministero dell'Agricoltura israeliano, da un lato, e una società turco-cipriota, dall'altro. Gli israeliani hanno però condizionato la firma dell'accordo alla disponibilità di Ankara a farsene garante: temono che pressioni arabe dell'ultimo minuto facciano fallire l'iniziativa. A prima vista, il progetto appare fantastico: navi-rimorchio traineranno verso Israele dieci giganteschi contenitori da una località del Sud della Turchia; al loro passaggio di fronte alle coste libanesi dovranno probabilmente essere scortate da vedette per impedire attacchi terroristici; una volta giunte a destinazione svuoteranno il loro contenuto in una «pipeline» collegata al sistema di tubazioni che distribuisce l'acqua del lago di Tiberiade nel Paese. Israele conta di acquistare ogni anno 300-400 milioni di metri cubi d'acqua, una quantità tale da liberare i contadini dall'assillo di inverni poco piovosi. L'economicità del progetto è però legata a una questione non ancora risolta, quella della capienza dei contenitori. Finora nessuno è stato in grado di realizzare i contenitori da 800 mila metri cubi, previsti dal piano originale. Per la fase sperimentale è stato necessario ripiegare su contenitori da 50 mila metri cubi. L'inizio dei lavori per le in¬ frastrutture in Israele e in Turchia dipende inoltre da una trattativa in corso fra gli imprenditori canadesi e la società statale israeliana per le acque. Il suo direttore, Zemac Yshai, ha detto che il governo israeliano è disposto a stanziare solo la metà dei 200 milioni di dollari necessari. Gli agricoltori israeliani non si sono per ora lasciati inebriare dall'acqua turca, il cui arrivo appare ancora incerto. Alla fiera agricola «Agritech» di Tel Aviv, le industrie locali hanno mostrato ad operatori di 110 Paesi (anche di Stati arabi interessati allo sviluppo dell'agricoltura in zone aride) i loro successi nella computerizzazione dell'irrigazione a goccia. Al tempo stesso continuano in Israele le ricerche sulla desalinizzazione dell'acqua marina e sulla pioggia artificiale. Gli scienziati sono riusciti a «bombardare» alcune nuvole e a provocare scrosci, ma in zone del Sud del Paese dove non esistevano serbatoi. L'acqua è andata così perduta. [f. a.]