L'antidroga passa il primo esame di Liliana Madeo

L'antidroga passa il primo esame Alla Camera la maggioranza respinge, col voto segreto, le richieste di pr e pei L'antidroga passa il primo esame Ma oggi rischi di scontro sugli emendamenti de ROMA. Le pregiudiziali al dibattito sulla legge antidroga, avanzate da radicali e comunisti, secondo i quali il testo approvato dal Senato presentava aspetti anticostituzionali, sono state respinte. Con 235 no e 140 sì. Con voto segreto, come avevano richiesto sinistra indipendente, dp, Verdi e radicali. Sgombrato il campo dal primo ostacolo, il dibattito ha preso il via con gli interventi dei relatori di maggioranza, Casini (de) e Artioli (psi), con le prime repliche — del radicale Teodori, del demoproletario Russo Spena, del pei Benevelli — e con la relazione dell'on. Pellicano (pri), secondo il quale sono necessari alcuni «aggiustamenti», come la definizione del ruolo del medico e la concessione di sgravi fiscali per iniziative rivolte al recupero dei tossicodipendenti. Il dibattito proseguirà domani. Intanto si lavora per evitare spaccature nella maggioranza e per prevenire il rischio che esploda fra i de il dissenso cattolico espresso dal cartello «Educare e non punire» che rao1coglie organizzazioni come le Acli e gli operatori di circa duecento comunità terapeutiche. Oggi si incontra il «gruppo dei 10» (il gruppo «traversale» impegnato a concordare le modifiche alla legge Jervolino-Vassalli), di cui fanno parte parlamentari pei, pli, pri, psdi, dp, Verdi, europeisti e sinistra indipendente (alle cui. riunioni ha sempre preso parte il de Giovanni Goria, sostenitore di numerosi emendamenti). Nella tarda serata di ieri si sono riuniti i deputati democristiani, l'appuntamento più atteso per capire se il «nodo de» si sta avviando a soluzione. Il capogruppo Enzo Scotti ha detto di non voler drammatizzare quanto accaduto al Senato (dove 4 de votarono contro la iegge). «Si sta lavorando — ha aggiunto — per trovare accordi comuni a tutti i deputati. Se ci sono questioni di coscienza, le esamineremo dopo». La linea del partito è quella di proporre modifiche, ma di operare con la collaborazione degli alleati di governo. Alla riunione di maggioranza in programma per oggi, saranno prospettati i risultati dell'incontro di ieri sera. L'on. Casini ha raccontato che — invitati a suggerire i possibili cambiamenti alla legge, accoglibili anche dalla maggioranza — si sono fatti avanti 14 colleghi del suo partito: 3-4 sono le proposte che lui ha finora raccolto ed elaborato. Una riguarda la «socializzazione dell'intervento prefettizio» (per evitare che il tossicodipendente venga portato tout court davanti al prefetto, si studia la composizione di un'equipe di assistenti sociali e psicologi che facciano da intermediari e da filtro, e si chiede che questo intervento sia immediato). Si intende dedicare ima particolare attenzione al recupero. Che deve essere concordato e volontario. Si intende «riscrivere il percorso sanzionatorio» (evitando le violazioni che comportano la galera). Si riconosce che è giusto distinguere fra consumatore occasionale di droga (a quale terapia si potrebbe sot¬ toporre, per non essere punito?) e tossicodipendente. Ma di altre richieste avanzate dai suoi colleghi l'on. Casini non è persuaso e non si sente di proporle né alla riunione de né a quella di maggioranza. Due in particolare, sostenute da Goria, non lo trovano d'accordo: la distinzione fra tossicodipendente e tossicodipendente-piccolo spacciatore; che le sanzioni siano solo amministrative e siano comminate dal magistrato e non dal prefetto. I socialisti annunciano che sono disposti ad approvare modifiche, «a patto però che l'impianto della legge non venga stravolto e il consumo della droga resti un illecito, che non può essere degradato a reato contravvenzionale» come ha detto il capogruppo Capria. Quanto al rischio che la de ripeta il comportamento tenuto quando s'è votata la legge antitrust, Martelli ha replicato con stizza: «Non ne sopporteremo un altro!». Liliana Madeo

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