Invasione strisciante in Lituania di Enrico Singer

Invasione strisciante in Lituania I para sovietici rastrellano disertori e occupano il Comitato Centrale Invasione strisciante in Lituania «L'Occidente ci sia vendendo, come nel 39» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Orrriai è un'invasione strisciante. E' una lenta, ma decisa, operazione militare fatta di occupazioni dei palazzi del partito comunista a Vilnius e in altre città lituane, di retate negli ospedali a caccia dei giovani disertori, di presidi armati degli stabilimenti più importanti e dell'unica centrale nucleare. Un reggimento di paracadutisti dell'Armata Rossa è il grande protagonista di questa fase del confronto. I «berretti blu» sono ovunque, anche se non sparano un colpo. Ma per il presidente del Consiglio supremo lituano, Vytautas Landsberghis, quella che è cominciata è già la repressione violenta dell'indipendenza della Repubblica baltica. Anzi, .Landsberghis in un nuovo, accorato appello ha accusato il Cremlino di avere lanciato «una aggressione che non ha alcuna giustificazione e che rinnova quella subita dal popolo lituano nel 1940», quando il Paese - che era indipendente dal 1918 - fu annesso all'Urss. Il presidente del Consiglio su- premo si è dichiarato anche «molto preoccupato», e molto deluso, per il comportamento dei Paesi occidentali. «Non vorrei - ha detto - che ancora una volta l'Occidente fosse sul punto di svendere la Lituania in nome di presunti interessi superiori». L'allarme di Landsberghis è stato moltiplicato anche dalla notizia - confermata senza particolari a Mosca - di uno scambio di telegrammi tra il segretario di Stato americano, James Baker, e il ministro degli Esteri sovietico, Eduard Shevardnadze. . 1 «Non so che cosa si sono scritti i responsabili della politica estera degli Usa e dell'Urss - ha detto Landsberghis - ma è uno scenario che mi ricorda i protocolli segreti del 1939». I protocolli ai quali ha fatto riferimento il presidente lituano sono quelli del patto Ribbentrop-Molotov che divisero le «zone d'influenza» tra la Germania nazista e l'Urss di Stalin. Il richiamo storico è pesante. Ma nel Parlamento assediato di Vilnius,. in queste ore, i nervi sono scoperti. Mentre Land¬ sberghis esprimeva i suoi giudizi ai giornalisti, nella piazza dell'Assemblea erano riuniti ottomila manifestanti contrari all'indipendenza mobilitati dalla frazione del pc rimasta fedele a Mosca e dal movimento della minoranza russa «Edintsvo» («unità»). La manifestazione, che si è conclusa senza incidenti, è stata l'ultimo atto di un'altra giornata di tensione estrema. Una giornata cominciata già alle 3 del mattino quando un commando di paracadutisti ha occupato l'ospedale psichiatrico, alla periferia di Vilnius, dove si erano rifugiati 38 giovani lituani che hanno respinto il richiamo militare. I ragazzi erano sotto la protezione della Croce Rossa e del governo lituano che non li considera disertori perché, dalla dichiarazione d'indipendenza, l'Armata Rossa è ormai l'esercito di uno «Stato straniero». Per Mosca, naturalmente, questa tesi non ha valore: la retata e gli arresti sono, al contrario, la prova che l'Urss non rinuncia alla sua sovranità. In più, secondo il generale Valentin Varennikov, responsabile delle operazioni in Lituania, i «disertori» che si erano rifugiati nell'ospedale psichiatrico «si addestravano all'uso delle armi», erano diventati dei «soldati dei nazionalisti del Sajudis». Accuse alle quali Landsberghis ha ribattuto definendo «un rapimento di cittadini lituani» l'arresto dei giovani e chiedendo la loro immediata restituzione alle famiglie. Ma le proteste del governo di Vilnius non hanno fermato i paracadutisti che, qualche ora dopo, hanno investito anche l'ospedale di Kaunas a caccia di «disertori». Non solo. A Vilnius, alle 5 del mattino, un altro reparto di «berretti blu» ha occupato la sede del Comitato centrale del partito comunista lituano. E' il quarto palazzo di proprietà del partito comunista che Spassa sotto il controllo dei militari e degli attivisti della frazione rimasta fedele a Mosca. Per Alghirdas Brazauskas, il segretario del pc repubblicano che ha scelto la linea dell'indipendenza, si tratta di una «provocazione politica inammissibile». E di fronte alla sede del Comitato centrale, c'è stata anche una provocazione concreta: un giornalista è stato ferito con un colpo di baionetta da uno dei militari di guardia. A Mosca i portavoce continuano a ripetere che «non sarà usata la forza, se non nel caso di minaccia alla vita degli altri», ma hanno anche annunciato che tutti i giornalisti stranieri dovranno lasciare la Lituania quando scadranno i loro permessi di soggiorno. E' un altro elemento che il governo di Vilnius giudica con grande allarme. Michail Gorbaciov, che ieri ha riunito per la prima volta il huovo Consiglio presidenziale, non ha voluto, invece, fare alcun accenno alla crisi lituana. In un intervento alla tv ha detto che la preoccupazione più grave è per l'economia e ha annunciato che entro venti giorni sarà presentata la riforma monetaria. Anche questo fa parte della guerra dei nervi: il Cremlino vuole dimostrare di non essere paralizzato dalla sfida degli indipendentisti. Enrico Singer